Vincenzo De Luca indagato insieme al giudice che lo salvò dalla decadenza
Non finiscono mai i guai giudiziari per Vincenzo De Luca. Vincenzo De Luca, governatore della Campania già finito più volte sotto le lenti della magistratura, risulta indagato nell’ambito di un ‘inchiesta condotta dalla Procura di Roma. Oltre al presidente della Regione eletto appena qualche mese fa sarebbero stati iscritte al registro degli indagati altre sei persone, trale quali il capo della segreteria di De Luca, Carmelo Mastursi, dimessosi lunedì scorso, un magistrato napoletano, Anna Scognamiglio, e il marito di quest’ultima.
Clamorosa inchiesta in Campania che travolge Vincenzo De Luca
L’inchiesta, che potrebbe avere risvolti clamorosi, è l’ultima di una lunga serie che sta letteralmente demolendo il Pd, scrive “Il Tempo”. Il partito della «questione morale» e più volte in difesa dell’autonomia della magistratura – quando le inchieste riguardavano gli «altri» – ora si trova in rotta di collisione con i giudici per una serie di indagini che stanno coinvolgendo gli esponenti Democratici a tutti i livelli. Non solo gli esponenti coinvolti nell’inchiesta «Mondo di mezzo» su Mafia Capitale.
Pd ormai coinvolto in tantissime inchieste: addio alla superiorità morale
Ora spunta un nuovo filone anche dalle macerie del terremoto dell’Aquila. L’ex vicesindaco Roberto Riga è finito ai domiciliari per una storia di corruzione, tangenti e appalti pilotati nella ricostruzione del martoriato capoluogo abruzzese. E ancora torna alla ribalta la vicenda dell’ex senatore Luigi Lusi, già condannato in primo grado a 8 anni per appropriazione indebita in seguito alla «disinvolta» gestione dei soldi del partito quando era tesoriere della Margherita. In appello chiesta la conferma della sentenza. Senza dimenticare altri casi clamorosi, a cominciare da quello della Cpl Concordia, che vede coinvolti gli ex vertici della coop rossa e l’ex sindaco di Ischia Ferrandino in un giro di mazzette: il processo comincerà il 25 novembre a Modena. Infine gli scontrini. Non basta la vicenda su cui si è arenata l’amministrazione di Marino a Roma. Lo stesso Renzi è nel mirino della Corte dei conti per le spese sostenute quando era sindaco di Firenze. Ma la trasparenza tanto invocata, in questo caso, può andare a farsi benedire, visto che il capogruppo di Sel a Palazzo Vecchio non riesce a farsi consegnare le «pezze d’appoggio» malgrado la richiesta presentata nella sua veste istituzionale.