“Renzi a casa”. Berlusconi, Meloni e Salvini in piazza a Roma il 6 febbraio

16 Dic 2015 11:00 - di Carlo Marini

«È stata confermata la volontà di organizzare una grande manifestazione del centrodestra da tenersi a Roma il prossimo 6 febbraio». È quanto si legge in una nota congiunta dei leader del centrodestra, Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini in merito a quanto deciso nel corso del vertice di martedì sera ad Arcore. Dalla grande manifestazione di Bologna all’appuntamento di sabato 6 febbraio Roma, il centrodestra fa le prove tecniche per ritrovare una nuova unità. «Nel corso dell’incontro sono stati inoltre confermati i criteri di individuazione delle candidature per le prossime elezioni amministrative, privilegiando la scelta del candidato più convincente e capace di unire la coalizione. L’obiettivo è vincere. Sono stati fatti passi avanti nell’esame delle candidature per le città capoluogo di regione. Le candidature per le altre amministrazioni chiamate al voto saranno valutate e decise dalle delegazioni che sono già state costituite». È quanto si legge ancora nella nota congiunta dei leader di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega in merito all’incontro di martedì sera ad Arcore. Piena coesione anche sul piano della battaglia parlamentare, nella quale «si è ribadito l’importanza della collaborazione tra i rispettivi gruppi parlamentari e il sostegno alla mozione di sfiducia al governo Renzi per la vicenda del decreto salva-banche».

Berlusconi vuole mantenere il ruolo di “kingmaker”

Secondo le indiscrezioni emerse dal vertice di martedì sera a villa San Martino, Berlusconi punta a mantenere un ruolo di “kingmaker”, per non lasciare che sia Salvini a dettare la linea alla coalizione. A maggior ragione dopo i risultati del secondo turno delle regionali francesi, che hanno ridimensionato l’effetto Le Pen. Ed è proprio il “peso” dei moderati che l’ex premier vuole mettere sul tavolo delle trattative, sottolineando l’importanza che essi ricoprono in termini elettorali. Certo è che arrivare a trovare la “quadra” non è semplice. I nomi usciti in queste settimane come potenziali candidati alla poltrona di sindaco, tutti esterni ai partiti, sono stati congelati in gran fretta per la mancanza di un ampio consenso. Da Alessandro Sallusti ad Alfio Marchini, sul quale pesa il veto della Meloni. Non è un mistero che la soluzione di maggior rilievo per il centrodestra sarebbe affidarsi alle candidature “politiche” di Salvini e Meloni a Milano e Roma, ipotesi rilanciata da Ignazio La Russa e definita da Roberto Maroni «suggestiva». Ma è soprattutto il segretario della Lega a ribadire il suo “no”: una sconfitta,ma paradossalmente anche una vittoria, finirebbero per azzoppare la sua ambizione di leadership nazionale. Si vedrà se Berlusconi riuscirà, anche negli incontri dei prossimi giorni, a trovare una sintesi anche sul perimetro dell’alleanza. Salvini ha chiuso le porte a Ncd. Parte di Forza Italia ma anche il governatore lombardo Maroni sono convinti che solo con una alleanza larga potrà invece aspirare a vincere.

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