Comunali: Maroni e La Russa lanciano Salvini e Meloni a Milano e Roma

13 Dic 2015 9:10 - di Redazione

Mancano ancora tre giorni al faccia a faccia tra Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni, eppure la diplomazia dentro al centrodestra è già al lavoro. Martedì il presidente di Fi riceverà ad Arcore il segretario della Lega e quello di Fratelli d’Italia, ma già ieri i “secondi”, cioè Roberto Maroni e Ignazio La Russa hanno lasciato intuire che un accordo si troverà e che, alla fine, potrebbe andare esattamente come si augurava il Cavaliere già la scorsa estate. Il governatore e l’ex coordinatore del Pdl, il primo leghista e il secondo di Fdi, non sono due “qualunque”, bensì gli esponenti dei partiti alleati a Fi coi quali, anche in qualità di suoi ex ministri, il Cavaliere ha sempre mantenuto i rapporti migliori, scrive “Libero”.

Maroni e La Russa lanciano i leader dei due partiti in vista delle Comunali

Entrambi ieri, a Milano, hanno ventilato l’ipotesi del doppio coinvolgimento dei due leader di Lega e Fdi, a Milano e a Roma. «Se nell’incontro imminente fra Berlusconi, Salvini e Meloni, decidessero di candidarsi Salvini a Milano e la Meloni a Roma, noi faremmo un applauso, perché vorrebbe dire vincere», ha detto l’ex colonnello di An. L’ex ministro della Gioventù non ha mai escluso di poter correre nella Capitale, mentre l’europarlamentare leghista lo ha fatto, parlando di Milano, cioè città dove è nato ed è stato consigliere. «È un ticket suggestivo», ha ammesso però Maroni, che non ha escluso che il segretario del Carroccio possa cambiare idea. «È una cosa che ha senso; poi dovranno decidere loro, ma l’importante è scegliere rapidamente, perche il treno deve partire», ha aggiunto il predecessore di Salvini alla guida dei padani.

Maroni sogna un «candidato milanese», «forte» e «unitario».

Non è sfuggito che allo stesso comizio dove parlava il governatore c’erano pure il capogruppo di Fi a Palazzo Madama, Paolo Romani, ma, soprattutto, il capogruppo di Ncd a Montecitorio, Maurizio Lupi. Rivendica la centralità di Fi e quella del suo leader Antonio Tajani: «Berlusconi è l’unico in grado raccogliere consensi nel centro, dove si vince, recuperando astenuti ed elettori Pd, ma serve unità», ha sottolineato ieri. Unità può voler dire “vittoria”, a Milano come nelle altre grandi città che andranno al voto a giugno: «II centrodestra ora è un arcipelago, ma unito vale più di Pd e M5s», avverte Mario Mauro, segretario dei Popolari per l’Italia, che andranno a congresso oggi. Interverrà anche il Cavaliere.

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