Il Papa contro i poteri forti: se domina la finanza la storia va a rovescio

20 Dic 2015 13:23 - di Roberto Frulli

E’ durissimo il monito di Papa Francesco sul materialismo e sul primato di banche, economia e potentati finanziari sulla povera gente. Tante volte crediamo di vedere la Storia “per il verso giusto, e invece – ammonisce il Papa prima dell’Angelus recitato dallo studio su piazza San Pietro – rischiamo di leggerla alla rovescia. Succede – ha spiegato – quando essa ci sembra determinata dall’economia di mercato, regolata dalla finanza e dagli affari, dominata dai potenti di turno. Il Dio del Natale è invece un Dio che “scombina le carte”: come canta Maria nel Magnificat, è il Signore che rovescia i potenti dai troni e innalza gli umili”.
Un duro atto d’accusa contro i potentati economici e finanziari, contro l’Europa delle banche e dei poteri forti che condiziona la vita delle persone, le porta al suicidio e alla sofferenza.
Erano presenti in piazza i bambini del Centro Oratori Romani, per la benedizione dei “Bambinelli“, le statuine di Gesù Bambino che i ragazzi metteranno nei presepi delle famiglie, delle scuole e delle parrocchie.
Il Papa ha preso le mosse da alcune considerazioni su come “celebrare in modo proficuo il Natale“, per farlo, ha detto, “siamo chiamati a soffermarci sui ‘luoghi’ dello stupore. E quali sono questi luoghi dello stupore nella vita quotidiana? Sono tre”.
“Il primo – ha spiegato – è l’altro, nel quale riconoscere un fratello, perché da quando è accaduto il Natale di Gesù, ogni volto porta impresse le sembianze del Figlio di Dio. Soprattutto quando è il volto del povero, perché da povero Dio è entrato nel mondo e dai poveri, prima di tutto, si è lasciato avvicinare”.
“Un altro luogo dello stupore in cui, se guardiamo con fede, proviamo proprio lo stupore – ha commentato Papa Bergoglio – è la storia, il secondo. Tante volte crediamo di vederla per il verso giusto, e invece rischiamo di leggerla alla rovescia. Succede per esempio quando essa ci sembra determinata dall’economia di mercato, regolata dalla finanza e dagli affari, dominata dai potenti di turno. Il Dio del Natale è invece un Dio che ‘scombina le carte’, gli piace farlo, eh: come canta Maria nel Magnificat, è il Signore che rovescia i potenti dai troni e innalza gli umili, ricolma di beni gli affamati e rimanda i ricchi a mani vuote (cfr Lc 1,52-53)”.
“Questo – ha detto – è il secondo stupore, lo stupore della Storia”. “Un terzo luogo dello stupore – ha affermato Papa Francesco – è la Chiesa: guardarla con lo stupore della fede significa non limitarsi a considerarla soltanto come istituzione religiosa, che è, ma sentirla come una Madre che, pur tra macchie e rughe, ne abbiamo tante, lascia trasparire i lineamenti della Sposa amata e purificata da Cristo Signore“.
Per questa Chiesa, ha rimarcato il Pontefice, “Gesù non sarà mai un possesso da difendere gelosamente, quelli che fanno questo, sbagliano, ma sempre Colui che le viene incontro e che essa sa attendere con fiducia e gioia, dando voce alla speranza del mondo, la Chiesa che chiama il Signore ‘Vieni, Signore Gesù!'”. “La Chiesa che sempre ha le braccia aperte e le porte spalancate per accogliere tutti, anzi la Chiesa che esce dalle proprie porte per cercare tutti i lontani e portarli alla misericordia di Dio, questo è lo stupore del Natale“.

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