Isis nei guai in Iraq. I governativi: «Riconquisteremo Ramadi in 72 ore»
La città irachena di Ramadi, nelle mani dell’Isis dal maggio scorso, sarà riconquistata dalle truppe di Baghdad “nelle prossime 72 ore”. Lo ha affermato Sabah al Noman, portavoce delle forze di elite anti-terrorismo che partecipano all’offensiva lanciata nelle ultime ore dalle truppe governative. All’offensiva per strappare Ramadi all’Isis, cento chilometri a ovest di Baghdad, partecipano forze congiunte dell’esercito, delle unità anti-terrorismo e della polizia. Eid Ammash, portavoce del Consiglio provinciale di Al Anbar, ha detto che i miliziani dell’Isis trincerati nel centro della città «trattengono decine di civili catturati mentre cercavano di lasciare la città, e intendono usarli come scudi umani». Le truppe irachene ani-Isis sono appoggiate da raid aerei della Coalizione internazionale a guida Usa. Fonti della sicurezza e militari hanno detto che i lealisti hanno riconquistato i quartieri di Thubbat, Geraishy e Al Bakr.
«Grave preoccupazione» per i cristiani in Iraq è nel frattempo espressa dal patriarca di Baghdad, mons. Louis Sako, che ha incontrato nella capitale irachena il presidente del Senato Pietro Grasso. Noi temiamo per il futuro politico del Paese. Dove va il governo? I profughi prima o poi torneranno alle loro case, ma non si capisce che cosa succederà, con il Daesh che vuole lo Stato islamico e i musulmani che occupano le posizioni di potere nel Paese”, sostiene il presule che denuncia tanti gesti di intolleranza nei confronti dei cristiani, ed in particolare una legge in base alla quale i figli di chi si converte all’islam sono considerati musulmani in automatico. La legge è stata rinviata al Parlamento dal presidente della Repubblica Fouad Masum, il quale pure oggi ha assicurato al presidente Grasso, che sul punto ha avanzato perplessità, che quella legge non andrà avanti.