Sotto-Marino riemerge con un siluro: «Roma è nel caos, colpa di Renzi»
Disarcionato due mesi fa dal Pd dalla guida di Roma, Ignazio Marino passa al contrattacco e si toglie qualche sassolino dalle scarpe. «Roma sta morendo asfissiata non solo per lo smog, ma per mancanza di politica e di democrazia». Il suo peggior nemico è ora Matteo Renzi e per attaccarlo non esita a gettare fango anche sul suo predecessore: «Il premier è Renzi la sta governando da palazzo Chigi, aveva promesso soldi e l’arrivo dei super eroi, e invece la città sta peggio che con Alemanno: dalla neve da spalare siamo passati al guano degli uccelli che infesta i lungoteveri». La rissa è tutta a sinistra ma Marino cerca di spostarla a destra, senza pudore. Ma il suo obiettivo resta Renzi.
Marino svela un retroscena legato alle sue dimissioni
In un’intervista all’Huffington Post l’ex sindaco in quota democratici, dopo aver spiegato di parlare per “amore” verso la città, un amore che però non aveva mostrato quando era sindaco, svela un retroscena legato alle sue dimissioni: «A far traboccare il vaso, e dunque a prendere la decisione di cacciare il sindaco eletto democraticamente dai romani, ha contribuito in modo pesante il fatto che io mi sia opposto all’idea di Giovanni Malagò e di Luca di Montezemolo di realizzare il villaggio olimpico in un’area verde di Tor Vergata. L’assessore Caudo ed io volevamo progettarlo in un’altra area, tra la Flaminia e la Salaria, dove già esiste un vecchio collegamento ferroviario che si può trasformare in una metropolitana di superficie. L’idea non piaceva a chi vuole edificare nuove aree, realizzare quindicimila appartamenti in un ennesimo quartiere-ghetto: questa è la visione condivisa da palazzo Chigi. E vedrà che il prefetto Tronca, quando dovrà decidere, indicherà Tor Vergata. Non ho la palla di vetro, ma ho imparato a capire dove vanno gli interessi…».
Tronca e Gabrielli “non hanno nessuna responsabilità”
Marino commenta anche il ruolo del commissario Tronca e del prefetto Gabrielli: «Non sarebbe giusto attribuire a loro responsabilità politiche che sono tutte in capo al premier. Voto rinviato? Una capitale europea non può stare due anni senza democrazia, la gente andrebbe a manifestare sotto palazzo Chigi».
Marino si autossolve
L’intervistatore gli chiede se ha fatto qualche riflessione su come è fallita la sua amministrazione e per tutta risposta, come ha sempre fatto, si autoassolve: «Di errori ce ne sono stati come è inevitabile per chi vuole portare il cambiamento. Per esempio c’è stato da parte nostra un deficit di comunicazione, che va imputato a me. Ma la responsabilità è anche dei media: io chiudo Malagrotta e i giornali parlano della Panda rossa; io apro le spiagge di Ostia e i giornali parlano dell’elicottero dei Casamonica; io cambio i vertici delle aziende e i giornali fanno campagne sulla sporcizia. Ora la città è ugualmente sporca ma i giornali tacciono. Io ritengo che i giornali romani rispondano a interessi che evidentemente io non conosco».