Meloni: «Il Natale va difeso, è un nostro simbolo. Putin? Meglio di Renzi»

4 Dic 2015 9:35 - di Antonio Marras

Il crocefisso negato nelle scuole? I canti di Natale censurati? Il presepe nascosto per non far irritare i musulmani? «Quando si difendono i simboli della nostra religione, non vogliamo imporre il nostro Dio ma dietro a quel simbolo ci sono i valori della nostra cultura. Quello che mi fa molto arrabbiare è quando si dice che raccontare chi siamo, offende chi vuole stare qui», ha risposto Giorgia Meloni (Fdi), ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7. In studio, a discutere di tutti i temi di attualità, a cominciare dal terrorismo e dall’aggressione dell’Islam fondamentalista, c’erano anche Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano, e Tommaso Cerno, direttore del Messaggero Veneto e autore del libroA noi! Cosa ci resta del fascismo nell’epoca di Berlusconi, Grillo e Renzi”.

Meloni dalla parte di Putin

Giorgia Meloni, oltre a difendere le posizioni del centrodestra sull’identità culturale e religiosa dell’Occidente, ha risposto anche su domande relative alla sicurezza, anche partendo dallo spunto offerto dai fatti americani di San Bernardino: «Non credo che in Italia il tema sia quello di rivedere la normativa sulle armi, che è molto rigida ed è giusto che sia così, ma piuttosto sarebbe da rivedere quella sulla legittima difesa”, ha detto la presidente di Fdi. E sulla politica estera, non sono mancate critiche all’azione del governo: «Putin è meglio di Renzi, ha ragione Salvini», ha detto la Meloni. «Il leader russo ha idee molto più chiare di Renzi in politica estera, difende l’interesse nazionale mentre Renzi è in balia degli eventi».

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