Metro C, Marino non pagava i fornitori e investiva i soldi: bloccati i lavori
Con quei soldi avrebbe dovuto pagare i fornitori che aspettano da anni di essere saldati e che rischiano di finire in bancarotta. Invece ha chiamato a raccolta le banche presso cui aveva acceso i conti correnti e gli ha chiesto di proporgli un investimento. Un comportamento incredibile, quello di Ignazio Marino, che ora ha indotto il Consiglio di Amministrazione della Società Metro C, il General Contractor che rappresenta l’interfaccia del committente Roma Metropolitane, a decidere di sospendere i lavori di completamento della Linea C della Metropolitana di Roma. E che rischia di avere pesanti ripercussioni sulla vita dei cittadini romani.
L’eredità lasciata da Ignazio Marino al prefetto Tronca per la sua incapacità di gestire l’amministrazione della Capitale è, insomma, pesantissima da questo punto di vista.
Il contraente generale, cioè la società Metro C, un consorzio creato dalle società di costruzione Astaldi, Vianini, Consorzio Cooperative Costruzioni della LegaCoop, da Ansaldo STS, da pochi mesi ceduta da Finmeccanica alla giapponese Hitachi e, da ultimo dalla Cmb, Cooperativa Muratori e Braccianti di Carpi, lamenta di «mancati pagamenti per oltre 200 milioni di euro». Una vicenda che fa a pugni con le dichiarazioni di Marino e del Pd romano che assicuravano di aver rimesso a posto i conti della Capitale.
«Nel corso dell’ultimo anno la città di Roma è stata dotata della terza linea di metropolitana – spiega in una nota la società Metro C ripercorrendo tutto l’iter burocratico-operativo del progetto – Tale risultato è stato conseguito nonostante i plurimi gravi inadempimenti dell’Amministrazione che hanno costretto il Contraente Generale, fra l’altro, a supplire con le proprie risorse ai mancati pagamenti per oltre 200 milioni di euro dovuti, negli ultimi due anni, per lavori regolarmente eseguiti e certificati. Tale situazione è stata ripetutamente segnalata a tutti i livelli della Pubblica Amministrazione che ha dichiarato di non avere disponibili le necessarie risorse finanziarie». In sostanza, da un lato Marino e il Pd rassicuravano i romani sul fatto che i conti del Campidoglio erano stati messi a posto e, dall’altro, facevano orecchie da mercante alle legittime richieste della società Metro C di essere pagati per i lavori fin lì svolti.
«In contraddizione con tale dichiarazione – aggiunge – Roma Metropolitane, Società del Comune, ha recentemente bandito un avviso di gara rivolto alle banche allo scopo di impiegare in attività finanziarie la liquidità esistente nelle proprie casse destinata per legge al pagamento dei lavori della Linea C, dimostrando di non voler adempiere ai dovuti pagamenti. Alla luce di questi fatti, fonte di gravissimi danni per tutte le imprese coinvolte nella realizzazione dell’opera, risulta insostenibile per Metro C la prosecuzione dei lavori».
«Di tutto questo dovranno rispondere Roma Metropolitane e l’Amministrazione Comunale non solo nei confronti del Contraente Generale nei giudizi già pendenti – conclude il consorzio – ma dell’intera cittadinanza e degli organi di controllo».
Gli interessi maturati dal consorzio Metro C per ritardato pagamento ammontano ad oggi a 30 milioni di euro. A scriverlo il Consorzio Metro C in una lettera inviata questa mattina a Roma Metropolitane. «Ai ripetuti richiami di attenzione rivolti a tutti i livelli della Pubblica Amministrazione non è stato dato a tutt’oggi alcun riscontro – si legge nella missiva inoltrata anche al ministro dei Trasporti Graziano Delrio, al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e al commissario di Roma Capitale Francesco Paolo Tronca – Nel contempo, la situazione economica e finanziaria di questa Società si è ulteriormente aggravata, posto che Roma Metropolitane S.r.l. ha continuato a non corrispondere non solo quanto dovuto a seguito dell’Atto Attuativo del settembre 2013 ma anche i lavori eseguiti e certificati, rifiutandosi persino di certificare i lavori realizzati in esecuzione di varianti regolarmente approvate e di cui aveva ordinato l’esecuzione».
«Ad oggi, per esempio, sono maturati interessi di ritardato pagamento per circa 30 milioni di euro. E’ comunque incontestabile che questa Società non possa ritenersi obbligata ad eseguire i lavori della Linea C a fronte di un committente (pubblico) che si rifiuta di corrispondere il corrispettivo dovuto ai sensi di legge e del contratto per impiegare a proprio piacimento le somme a tale titolo ricevute in operazioni finanziarie di rischiosità incerta».
Nei prossimi giorni, pertanto, prenderanno il via le operazioni di messa in sicurezza dei cantieri e dal 15 dicembre 2015, invece, i lavori per il completamento della metro C saranno effettivamente sospesi.
La stazione San Giovanni della metro C doveva essere ultimata entro quest’anno. La sua apertura era stata annunciata per metà 2016. Ad oggi la terza linea metropolitana, inaugurata nel suo primo tratto Pantano-Centocelle a novembre 2014, arriva fino a Lodi, proprio a due passi da San Giovanni. L’ultimo tratto aperto, da Centocelle a Lodi, ha avvicinato di più al centro storico la metro che parte dall’estrema periferia della Capitale. L’inaugurazione è stata fatta lo scorso 29 giugno, giorno in cui i romani festeggiano i loro patroni San Pietro e Paolo. Il progetto, dopo la stazione di San Giovanni, prevedeva poi la realizzazione di altre fermate, Amba Aradam e Fori Imperiali, per arrivare infine a Piazza Venezia. Ma, come detto, per ora i lavori si fermano.