Pino Rauti, un archivio di idee per la cultura politica italiana

18 Dic 2015 20:34 - di Aldo Di Lello

Pino Rauti l’uomo, Pino Rauti il politico che credeva nel legame con la cultura. È questo il filo conduttore del convegno che si è svolto a Palazzo Ferrajoli di Roma su iniziativa del Centro Studi intitolato all’esponente missino e con il patrocinio della Fondazione Alleanza nazionale.  Con l’occasione è stato presentato il lavoro di sistemazione dell’archivio di Rauti: lettere, libri, articoli che saranno oggetto di ricerca universitaria.  «Una miniera ricchissima», hanno ribadito Isabella e Alessandra Rauti nel corso della manifestazione. All’incontro, insieme con le figlie dell’esponente missino, hanno partecipato, Giuseppe Parlato, Silvano Moffa, Pasquale Viespoli,  Luciano Schifone, Piero Zucchi. Ha coordinato i lavori il giornalista del Tempo Pietro De Leo. Il convegno è stato preceduto da un video e da un saluto del presidente della Fondazione An, Franco Mugnai, che ha ricordato come nella visione nazional–popolare di Rauti c’era il legame stretto tra il senso della tradizione e il futuro dei popoli.

Tutto questo patrimonio di idee emerge dal suo ricchissimo archivio. L’esponente missino, ha detto Alessandra Rauti, era un un«uomo curiosissimo per i sui vastissimi interessi e questo archivio è ricco di sorprese». Piero  Zucchi, il giovane studioso che sta esaminando e catalogando tutto il materiale, ha sottolineato l’ansia di Rauti di analizzare i nuovi processi storici. «Non era un uomo per tutte le stagioni, ma era interessato a capire il passagggio delle stagioni». L’uomo politico di destra – ha detto Silvano Moffa – ha «anticipato i tempi con le sue riflessioni, intuendo già il disfacimento dell’Occidente». Era un uomo «profondamente europeo». Ma la sua era l’«Europa dei popoli e non l’Europa delle tecnocrazie e della finanza». Questo profondo legame tra politica e cultura ha spiazzato, secondo Giuseppe Parlato, la sinistra, che ha avuto sempre curiosità per l’uomo politico della destra.  Il  filo conduttore del suo pensiero «è  costituito da tre elementi: la tradizione, la storia e la politica». Rauti ha in tal senso fornito un «metodo alla politica». Sulla  testimonianza morale fornita dalle sue lettere si è soffermata la figlia Isabella. Particolarmente singnificative sono quelle dalle prigionia (sia le lettere dal campo di concentramento inglese in Algeria sia quelle dal carcere di Treviso nel 1972). Da queste missive emerge una grande serenità e una grande fermezza d’animo. Dall’esame del Rauti «privato» , emergono anche il suo coraggio e tanti aspetti avventurosi, «come quando – ricorda sempre Isabella Rauti – evase con alcuni commilitoni dal campo di concentramento, per poi essere nuovamente catturato dai francesi». La sua idea nazional-popolare, ha concluso la figlia dell’esponente missino, avrebbe ancora un grande senso, perché proietta nel futuro il patrimonio ideale del passato. Le radici non gelano mai.

 

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