Il presidente ceco: «Ma quali profughi, questa è un’invasione organizzata»

28 Dic 2015 16:44 - di Giovanni Trotta

Mentre continuano ad arrivare in tutta Europa – e in particolare in Italia – migliaia di clandestini, l’Europa comincia a reagire: sono più di tremila i profughi respinti alla frontiera tra Italia e Svizzera nel 2015. Anche a Natale un gruppetto ha cercato di passare il confine a Domodossola, ma è stato respinto alla frontiera. Sono stati poi rimandati in Italia. Emozioni sta anche suscitando a Praga il discorso natalizio del presidente ceco Milos Zeman che ha definito l’ondata di migranti in Europa «un’invasione organizzata». Il presidente fra l’altro ha detto: «Qualche volta ho l’impressione di essere Cassandra che mette in guardia contro il cavallo di Troia e sono profondamente convinto che quello a cui facciamo fronte è un’invasione organizzata e non una fuga spontanea di profughi. La solidarietà e la compassione sono possibili per i vecchi, i malati e i bambini, ma la maggior parte dei migranti illegali sono giovani, sani e forti e senza famiglie», ha argomentato il presidente. «Mi chiedo perché questi uomini non prendono le armi e non lottano per la libertà del loro Paese contro lo stato islamico. La loro fuga non fa altro che rafforzare l’Isis», ha continuato, ricordando che durante la Seconda guerra dall’allora Cecoslovacchia i giovani fuggivano non per beneficiare delle prestazioni sociali nella Gran Bretagna ma per combattere per la libertà della propria terra. «Questo Paese è il nostro e non può essere per tutti», ha detto Zeman concludendo suo discorso.

La Csu della Merkel propone per i profughi l’obbligo di integrazione

In Germania, la Csu spinge per una legge che preveda l’obbligo di integrazione da parte dei profughi cui sarà riconosciuto asilo politico in Germania. È la proposta-cardine che il partito bavarese porterà nel convegno di inizio anno nella località alpina di Wildbad Kreuth, tradizionale appuntamento politico della Csu al quale parteciperà per la prima volta anche la cancelliera Angela Merkel e il premier britannico David Cameron. In concreto l’Unione cristiano-sociale (Csu, ala bavarese della Cdu guidata da Merkel) intende rendere obbligatoria per legge l’accettazione da parte dei singoli profughi dei valori e dell’ordinamento giuridico della Germania, della convivenza pacifica, la disponibilità a frequentare corsi di lingua e di educazione civica. In caso di rifiuto, la legge prevedrebbe tagli alle prestazioni sociali. Anche la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni è intervenuta sull’argomento: «Gli hot spot sono il modo che l’Unione europea ha di scaricare il fenomeno migratorio esclusivamente sull’Italia. E quando l’Ue arriva e si permette di dire che non è sufficiente il lavoro di riconoscimento che facciamo nei confronti dei migranti di fatto continua a dimostrare che vuole scaricare tutto il peso di questa incombenza su di noi», ha detto Giorgia Meloni. «Ma oggi i confini italiani sono i confini dell’Ue – ha sottolineato – E se noi avessimo anche qui un governo capace di far valere i nostri diritti, quel governo risponderebbe che l’Ue è la prima che deve venire a fare i riconoscimenti al posto nostro se gli dà fastidio che i migranti possano arrivare a casa loro. Noi – ha concluso – siamo stati abbandonati da soli in tema di risorse, di opportunità. Il problema si risolve quando si cominceranno a distribuire i richiedenti asilo in tutti i 28 Paesi dell’Ue e si faranno politiche compresa quella di affrontare emergenza realmente».

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