Putin smaschera Erdogan: “Ecco le prove del mercato nero Isis-Turchia”
La Russia afferma di star colpendo duramente il traffico di petrolio verso il mercato nero in Turchia praticato dall’Isis e per dimostrarlo ha mostrato video e fotografie aeree della distruzione di colonne di decine di autocisterne in Siria in viaggio verso il confine turco. In una conferenza stampa tenuta a Mosca – di cui danno conto diversi media fra cui il britannico Telegraph -, il generale Serghei Rudskoy ha mostrato alle sue spalle le immagini ed ha asserito che la forza aerea russa in Siria ha distrutto 17 colonne in questa settimana, per un totale di quasi 2.000 autocisterne da quando ha iniziato la sua campagna di raid in territorio siriano, lo scorso settembre. Il generale Rudskoy afferma che per e dal valico siriano-turco di Zakho è stato contato il transito di almeno 12.000 cisterne. Gli attacchi aerei, ha detto il militare russo, riescono a centrarli malgrado i vani sforzi di trovare strade alternative che espongano i mezzi il meno possibile.
Putin fa pubblicare un video con le prove del contrabbando
Inoltre, malgrado le deviazioni, la Turchia rimane il punto finale della rotta del contrabbando. Tuttavia molti osservatori ritengono che si tratti almeno in parte di propaganda, tendente a mostrare che non è vero che la Russia attacco solo i ribelli anti-Assad “moderati” ma che, anzi, colpisce l’Isis in uno dei suoi centri nevralgici: il contrabbando di petrolio verso il mercato nero turco, che costituisce una delle sue principali fonti di finanziamento. Inoltre, notano molti, un elemento di questa propaganda sarebbe anche il desiderio di irritare la Turchia, con cui Mosca è al momento ai ferri corti, specie dopo l’abbattimento di un jet russo il mese scorso. La Russia accusa Ankara di praticare il commercio clandestino di petrolio con l’Isis e il presidente Erdogan e la sua famiglia di esserne coinvolti: accuse che il “sultano” nega.