Fondazione esuli italiani, Rampelli: «Non sono passati i tagli della sinistra»
FdI in trincea nella battaglia contro i tagli del governo Renzi ai fondi destinati alle fondazioni dedicate alla memoria della tragedia delle foibe, e il capogruppo Fabio Rampelli in prima linea contro le sforbiciate, inique e ideologicamente “arbitrarie”. Ancora una volta la scure dei tagli si abbatte (guarda caso?) sulle istituzioni preposte a tutelare il ricordo della tragedia delle foibe che durante la seconda guerra mondiale e nell’immediato dopoguerra ha colpito – massacrando intere famiglie – la popolazione italiana della Venezia Giulia e della Dalmazia. E ancora una volta, a difendere il dovere di salvaguardia di una parte di memoria storica imprescindibile – e il diritto a continuare ad esistere degli organismi preposti a tramandarla – sono intervenuti gli esponenti di Fratelli d’Italia che, contrastando la parte della legge di Stabilità che puntava a ridurre, fin quasi a negarlo, il finanziamento all’Istituto Studi Fiumani e all’Istituto Regionale per la Cultura fiumano-istriano-dalmata, sono riusciti ad imporre un emendamento in grado di limitare i danni.
Rampelli: la nostra battaglia per la memoria degli esuli istriani e dalmati
«Abbiamo vinto, almeno in questa Stabilità, la legittima battaglia per impedire la cancellazione della memoria degli esuli istriani e dalmati, il cui museo di Fiume e il cui Centro Studi ogni anno subiscono l’assalto dei governi di sinistra», ha dichiarato il capogruppo di Fratelli d’Italia Rampelli rivendicando l’emendamento di FdI-An approvato per il ripristino del finanziamento dell’Istituto Studi Fiumani e dell’Istituto Regionale per la Cultura fiumano-istriano-dalmata previsto dall’ormai nota legge con cui si è istituita la Giornata del Ricordo in memoria delle vittime delle foibe e degli esuli. «I governi di sinistra – ha proseguito Rampelli – figli della mai sconfitta vulgata secondo la quale le foibe erano solo «depressioni geologiche» e non tombe collettive dove i comunisti slavi gettavano vive intere famiglie di italiani, hanno brigato in questi anni per rimuovere la tragedia del confine orientale». Come se quei morti fossero – o almeno dovessero continuare ad essere considerati – figli di un Dio minore.
Non tutta la “memoria” è condivisa (e tutelata)
«Un attacco continuo e violento evidentemente orientato ideologicamente – ha commentato ancora Rampelli – altrimenti il governo non avrebbe tolto 70.000 euro su 100.000 agli esuli di Istria e Dalmazia, ma almeno proporzionalmente sarebbe intervenuto su associazioni partigiane e movimenti operai vari, fondazioni culturali intitolate a Gramsci e De Gasperi, che ricevono finanziamenti milionari la cui utilizzazione è spesso fuori controllo». Evidentemente non tutta la memoria è davvero condivisa e, decisamente, non tutte le vittime degli eccidi che la storia annovera hanno ad oggi lo stesso potere di “appeal bipartisan”: ecco perché, a conclusione del suo intervento Rampelli ha sottoloneato come «l’emendamento di Fratelli d’Italia approvato non è una distorsione della legge di stabilità in chiave clientelare, come le decine di mancette date da Renzi a categorie e associazioni, ma la volontà di ripristinare il rispetto della legge con la quale si è istituita la Giornata del Ricordo, legge che prevede un finanziamento modestissimo di 100.000 euro l’anno per Museo e centro studi». «Se chi governa – ha concluso Rampelli – decide che non bisogna spendere un euro per coltivare e trasmettere la memoria, cosa che non condivideremmo, allora deve cancellare tutti i finanziamenti che riguardano ogni memoria, non scagliarsi ogni anno sempre e soltanto sulla tragedia delle foibe e dell’esodo drammatico degli italiani d’Istria dalle loro terre».