Unioni civili, addio alle adozioni gay: ritirata del Pd. Ci sarà legge ad hoc?

6 Dic 2015 7:45 - di Redazione

Le unioni civili supereranno le forche caudine del Parlamento. Ma con una novità: sarà stralciata la parte sulla stepchild adoption, ovvero la possibilità da parte di un partner di adottare il figlio dell’altro. Se fino a qualche a giorno fa era soltanto una ipotesi — frutto dei contrasti con i centristi di Angolino Alfano — oggi è sempre più la linea ufficiale del Pd. Tutto infatti volge verso questa direzione. E l’appello lanciato delle femministe di Senonoraquando, «per chiedere al all’Europa di mettere al bando la pratica dell’utero in affitto», è un ulteriore indizio che avvalora questa linea.

Sarà stralciata la tanto discussa “stepchild adoption”, ossia le adozioni gay

Da qualche settimana, infatti, un gruppo ristretto di lavoro, composto da dieci fra deputati e senatori del Pd — che rappresentano tutte le anime del Nazareno — si riunisce informalmente nel tentativo di sbloccare l’impasse e portare all’approvazione il testo, incardinato l’ottobre scorso a Palazzo Madama. Gli incontri entreranno nel vivo all’indomani del via libera alla legge di stabilità. Ma nelle ultime ore sarebbe emersa una strategia, che secondo i più po trebbe risultare vincente. L’ipotesi forte, infatti, è quella di approvare il testo Cirinnà, eliminando tutti i riferimenti al codice civile che riguardano il matrimonio. E, soprattutto, accantonando la stepchild adotpion. In questo modo la parte sulle adozioni sarà rinviata ad un disegno di legge ad hoc.

Una mediazione che segue il modello tedesco. Una soluzione che piace anche a Forza Italia

In Germania, infatti, prima vennero assicurati i diritti alle coppie omosessuali. E in una seconda fase, si passò al delicato nodo dei figli delle coppie omosessuali. «Credo si possa giungere a una soluzione utile per tutti. Non è quindi peregrino pensare a uno stralcio della stepchild adoption», mette a verbale la senatrice renziana Rosa Maria Di Giorgi a “la Repubblica“. Una mossa che serra i ranghi della maggioranza. Sotto traccia senatori e deputati di rito alfaniano lasciano trapelare: «Se fosse così noi non potremmo più dire alcunché, e voteremmo la legge». Stesso discorso vale per chi, come Carlo Giovanardi, rappresenta l’anima più conservatrice del parlamento. «Se l’obiettivo è quello di cancellare ogni forma di eventuale di scriminazione e di garantire i diritti alle coppie omo ed etero-sessuali che non vogliono o non possono accedere al matrimonio previsto dall’articolo 29 della Costituzione, il consenso in Parlamento è pressoché unanime». Il testo potrebbe anche raccogliere l’appoggio di Forza Italia.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *