A un anno dalla strage, Charlie Hebdo sbeffeggia il Dio cristiano ed evita Allah

4 Gen 2016 16:29 - di Guido Liberati

Un anno dopo l’attentato, quelli di Charlie Hebdo hanno le idee confuse: si sono convinti che gli autori della strage fossero cristiani. O forse, molto più pragmaticamente, hanno pensato che su Maometto non convenisse scherzare più. Nel dubbio, la copertina commemorativa delle stragi del 7 gennaio è intitolata: “Un anno dopo, l’assassino è ancora in libertà”. L’assassino in questione è Dio (rappresentato però nell’iconografia classica dei cristiani). Un dio terrorista, disegnato con una mitraglietta sulle spalle, i vestiti pieni di sangue, sguardo tra l’aggressivo e lo spaventato. E l’editoriale di Riss, il direttore del periodico satirico, mette nello stesso calderone tutti.  «I fanatici abbrutiti dal Corano» e «i bigotti appartenenti ad altre religioni». Il pericolo arriva dai credenti di ogni culto mentre la salvezza, per quelli di Charlie Hebdo, sta nella laicità e nell’ateismo. «Le idee degli atei e dei laici possono spostare le montagne più della fede dei credenti», scrive Riss. «A darci la forza è stato tutto ciò che avevamo costruito in 23 anni. Non saranno due stronzetti incappucciati a mandare all’aria il lavoro di tutta la nostra vita. Non saranno loro a far crepare Charlie. È Charlie che li vedrà crepare».

Ora “Charlie Hebdo” evita l’Islam: meglio Putin e Le Pen

Dal punto di vista economico, la tragedia di Charlie Hebdo, un giornale che era sull’orlo della chiusura, si è trasformata in uno straordinario business. Questo numero straordinario avrà una tiratura di un milione di copie e sarà diffuso anche all’estero. Firmeranno degli interventi il ministro della Cultura Fleur Pellerin, le attrici francesi Isabelle Adjani, Charlotte Gainsbourg e Juliette Binoche, oltre ad alcuni intellettuali di diverse parti del globi. Tutti uniti appassionatamente nella confusa logica che il nemico è la religione “tout court”. Come se gli orrori del comunismo ateo non fossero mai avvenuti o come se i terroristi degli anni Settanta che hanno sconvolto l’Europa occidentale avessero mai professato un credo religioso. Un anno dopo la strage, i “satirici” di Charlie Hebdo hanno scelto bersagli più facili. Non a caso una delle ultime copertine ritraeva Marine Le Pen nuda a letto che guarda sorridente il suo amante – Darth Veder di Star Wars con il kalashnikov al posto del pene – dopo un rapporto sessuale. Eppure nessuno ha protestato e nessuno ha gridato alla discriminazione sessista. Pensate cosa sarebbe successo se una vignetta del genere fosse stata dedicata da un giornale satirico italiano alla ministra Boschi. Ma il diritto di satira è sacro, come hanno ricordato i disegnatori francesi a Putin che aveva protestato per le macabre vignette dedicate all’attentato contro l’airbus russo in Egitto. Tanto da far dire alla portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova:«Qualcuno è ancora Charlie?».

Cover of the Charlie Hebdo issue 06 January 2016

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