Banche, Meloni: io populista? E voi propinate la supercazzola agli italiani
Non si fa incantare dalla difesa d’ufficio del governo del sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti né dal mite Fabrizio Rondolino che minimizza su quello che lei chiama un “conflitto di interessi grande come una casa”. Giorgia Meloni, ospite di Formigli a Piazza pulita su La7, picchia duro sul governo sull’onda dello scandalo di Banca Etruria dopo il salvataggio di palazzo Chigi che ha “rubato” i risparmi degli italiani. Accusata di cavalcare l’indignazione popolare, insomma di populismo, l’ex ministro della Gioventù risponde ironica prendendo a prestito il celebre neologismo tratto da Amici miei. «Io populista? Io parlo chiaro e voi invece proponete ai risparmiatori la “supercazzola”…».
Meloni e la supercazzola
«Immaginate se al posto di Maria Elena Boschi ci fosse stata una Giorgia Meloni qualsiasi o, al posto di Renzi, anche il sottosegretario Zanetti, che non fa parte del Giglio magico renziano, il governo sarebbe andato a casa il giorno stesso», è la prima questione posta in studio dalla leader di Fratelli d’Italia. Poi riassume lo stato dell’arte: «Ricapitoliamo: fanno un decreto che fa scoppiare un casino dopo una serie di marchette, poi esagerano e per scudare le banche amiche, che hanno truffato la gente, decidono di far pagare i cittadini – dice Giorgia Meloni – il governo costruisce un sistema in forza del quale le banche guadagnano dal fallimento, qualcuno si arrabbia e la faccenda monta…». Di denuncia in denuncia la leader di FdI punta l’indice sui giochetti della famiglia Boschi: «Guarda caso tra gli amministratori di Banca Etruria c’è il padre del ministro Boschi, poi si scopre che la stessa banca finanziava la Fondazione Open, guidata sempre dal ministro Boschi, che organizza la Leopolda…». E ancora, ultima notizia fresca di giornata: il papà del ministro Boschi, indagato per la compravendita di un casale in nero, è stato prosciolto dallo stesso pm che indaga sulle banche e che è consulente del governo Renzi. Un fiume in piena che il povero Zanetti non riesce ad arginare se non accusando la Meloni di populismo. E lei risponde con la supercazzola, accusando cioè le banche di approfittare della buona fede dei piccoli risparmiatori. Un fatto evidente che nessuno può negare.