Ora Boldrini corregge pure le targhe: “Si dica sindaca, non donna sindaco”
«Che vedo? Non si dice sindaco donna, si dice sindaca». Lo ha detto la presidente della Camera Laura Boldrini, subito dopo avere scoperto una targa commemorativa dedicata ad Ada Natali “Prima donna sindaco d’Italia, partigiana, deputata a Massa Fermana”. «Chi è stato? – ha aggiunto tra il serio e il faceto – Altro che statue coperte…». La presidente della Camera poco prima aveva deposto delle rose bianche sulla tomba di Ada Natali (1898-1990), che fu appunto il primo sindaco donna in Italia a Massa Fermana, piccolo comune con meno di mille abitanti in provincia di Fermo. «L’ho ringraziata – ha detto uscendo dalla cappella della famiglia, lei è stata un’apripista, ci ha facilitato, ma c’è ancora molta strada da fare».
Boldrini pretende si dica “sindaca” e “ministra”
La battaglia lessicale è un tema caro alla presidente della Camera. Nel marzo dell’anno scorso la Boldrini scrisse addirittura una lettera a tutti i parlamentari per declinare al femminile tutti i ruoli istituzionali. «Qualcuno ritiene che sia superfluo parlare di linguaggio di genere- si leggeva nella lettera – io ritengo che il tempo sia scaduto ed è doveroso soffermarsi su questi temi». «Quando si parla di ruolo di vertice delle donne si dice che è cacofonico, non si può sentire la ministra, la sindaca, la società evolve, è giusto quindi che la lingua faccia tesoro del vissuto. Se per secoli le donne non hanno neanche potuto aspirare ad un ruolo di vertice, il titolo è sempre stato declinato al maschile. E, quindi, è brutto dire la ministra, va benissimo dire la contadina». Guai, poi, a dire che è grammaticalmente scorretto. «L’accademia della Crusca ci dice, che non c’è un ruolo che non si possa declinare al femminile». Meno di un anno dopo la presidente (presidentessa?) torna alla carica. E lo fa con sprezzo del ridicolo. Anzi, per declinarla al femminile, della ridicolaggine.