Dopo l’okkupazione comunista il Teatro Valle finalmente può rinascere
Dopo tre anni di okkupazione, rivendicazioni politiche dell’ultrasinistra e confische “proletarie” conclusesi nell’agosto del 2014, il Teatro Valle di Roma finalmente rinasce. Il Piano Investimenti 2016-18 della sovrintendenza capitolina prevede il restauro del più antico teatro romano: stanziati fondi per un milione e mezzo di euro, i cui lavori sono “in fase di avvio”.
Teatro Valle, la querelle e l’occupazione
Sul glorioso teatro, che vide nel 1921 il debutto del dramma più famoso di Luigi Pirandello Sei personaggi in cerca d’autore, calò il sipario temporanenamente il 19 maggio del 2011 con la dismissione dell’Ente teatrale italiano. Il Teatro era di proprietà del ministero dei Beni culturali e venne occupato proprio nel momento in cui il ministero aveva deciso di trasferirlo al Comune. L’11 giugno, infatti, un gruppo di artisti ruppe i lucchetti e avviò una forma di occupazione e di autogestione che durò fino a quando il sindaco, Ignazio Marino non ne ordinò lo sgombero. A sostenere la causa degli occupanti furono solo Sel e una parte minoritaria del Pd romano. Gli occupanti volevano trasformarlo in una Fondazione “Bene Comune”per legalizzarne l’occupazione, ma la loro stagione finì l’11 agosto del 2014, quando il teatro fu sgomberato. Ora arrivano i fondi.
Fratelli d’Italia: meglio tardi che mai…
«Meglio tardi che mai – osserva Federico Mollicone, già presidente della Commissione Cultura di Roma Capitale e responsabile Cultura di Roma di Fratelli d’Italia – Ci chiediamo se la procura di Roma stia procedendo nei confronti degli occupanti con l’accusa di occupazione di bene demaniale e danno erariale. Gli occupanti hanno, infatti, provocato il ritardo dell’inizio dei lavori di restauro. Non solo, hanno fatto saltare tre stagioni teatrali arrecando così un grave danno per il mancato incasso dei biglietti».