Elezioni, al via le primarie del Pd. Centrodestra ancora in ordine sparso

8 Gen 2016 13:37 - di Niccolo Silvestri

Partite ufficialmente le primarie del Pd a Milano e a Napoli (in entrambe si voterà il 7 febbraio prossimo, salvo sorprese), l’attenzione si sposta ora sul centrodestra al momento privo di nomi e soprattutto di metodo per le candidature. Un incontro tra i leader Berlusconi, Salvini e Meloni non è previsto prima della prossima settimana. Nel frattempo, lavorano le rispettive diplomazie per trovare la “quadra” sulle più importanti città chiamate al voto della prossima primavera: oltre alle due già citate, nell’elenco figurano Roma, Torino e Bologna. Un test più politico che amministrativo. Più che normale quindi che i partiti decidano di procedere con i piedi di piombo.

Maroni: «Aspettiamo il Pd, non è detto che a Milano vinca Sala»

Sul fronte del centrodestra milanese è intervenuto il presidente della regione Lombardia, il leghista Roberto Maroni: «Prima si fa  – ha avvertito – e meglio è, ma a questo punto conviene aspettare il 7 febbraio e sapere chi vincerà le primarie in casa Pd, non è detto che le vinca Sala». L’importanza di una coalizione coesa è stata invece sottolineata da Renato Brunetta. Alle amministrative – ha spiegato il capogruppo “azzurro” alla Camera – «è indispensabile correre uniti ovunque, ma senza rinunciare al simbolo». La questione del simbolo in realtà era stata avanzata dalla portavoce forzista Mara Carfagna che in un’intervista aveva lanciato l’idea di un listone unico. Idea immediatamente bocciata da Salvini.

E Fitto rilancia le primarie per il centrodestra

È chiaro che il fattore tempo non è privo di pericoli. L’attesa rischia infatti di generare confusione e di rinfocolare polemiche. Una la innescheranno sicuramente le parole con cui Raffaele Fitto ha chiuso una manifestazione del suo Cor (Conservatori e Riformisti) a Bari: «La leadership di Berlusconi – ha detto l’eurodeputato – è superata. Si tratta di avviare una nuova e diversa fase politica». Fitto ha ribadito la necessità di introdurre il metodo delle primarie anche nel centrodestra: «C’è una serie di persone che, anche dentro Fi, timidamente accennano alle primarie, salvo poi rimangiarsi subito la parola». Il sasso nello stagno è stato lanciato.

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