I cattolici PD: “utero in affitto sia reato anche per chi lo fa all’estero”

21 Gen 2016 8:37 - di Redazione

In gergo si dice «utero in affitto». In termini più tecnici: maternità surrogata. Bene: l’idea è di estendere il reato già vigente in Italia anche per chi va a fare questa pratica all’estero. Un reato punito con l’arresto dai sei a dodici anni e vale sia per le coppie omosessuali che per quelle eterosessuali. La proposta è contenuta in un emendamento del Partito democratico al testo sulle unioni civili, primo firmatario il senatore Gianpiero Della Zuanna. Un emendamento all’articolo 5 della legge quello della stepchild adoption. «Appena presentato abbiamo già raccolto decine di firme», dice Della Zuanna che punta a coinvolgere tutto il gruppo su un tema che viene condiviso anche dal gruppo Ncd, così come ha scritto ieri su Twitter il senatore centrista Maurizio Sacconi.

La proposta del pd ha raccolto tante firme anche nel centrodestra

Il termine per presentare gli emendamenti scade il 22 gennaio e ieri sera anche i deputati del Pd si sono riuniti per mettere nero su bianco le loro obiezioni, visto che l’accordo è di cercare di evitare cambiamenti alla Camera del testo che verrà licenziato al Senato. Alla riunione ha partecipato anche Luigi Zanda, capogruppo pd al Senato. «Non abbiamo messo sul tavolo lo stralcio della stepchild adoption», dice Ernesto Preziosi, deputato dem cattolico firmatario del documento dei «37» per la modifica dell’articolo 5, quello che prevede appunto l’adozione del figlio biologico del compagno, un punto assai controverso sul quale ieri ha avuto un’apertura importante il leader di Forza Italia. Ha detto infatti Silvio Berlusconi: «Sulle adozioni lascio libertà di coscienza perché credo che ognuno abbia il diritto di seguire la propria strada».

In realtà il gruppo di Forza Italia al Senato è piuttosto compatto per il no.

Il testo arriverà in aula, a palazzo Madama, il 28 gennaio. E i fronti opposti stanno scaldando i motori: il prossimo 23 gennaio ci saranno manifestazioni in almeno settanta piazze in tutta Italia degli atti visti a favore del disegno di legge Cirinnà e non disponibili a compromessi al ribasso. Sabato 30 gennaio sarà invece la volta del Family day per il quale ieri è stato chiesto (e ottenuto) il Circo Massimo a Roma visto che piazza San Giovanni veniva considerata non abbastanza grande: gli organizzatori dicono di aspettarsi almeno un milione di persone. Ieri un sostegno indiretto è giunto anche dai vescovi del Piemonte e della Valle d’Aosta che hanno auspicato un’«ampia partecipazione» al Family day. «Sarà una grande manifestazione di popolo, ma ci parteciperanno anche molti giuristi, notai, avvocati e giudici minorili», dice Alfredo Mantovano, lui stesso giudice della Corte d’Appello di Roma che ha firmato un documento di giuristi cattolici contrati alla legge. «Un appello che ha raggiunto quota trecentocinquanta firme», garantisce Mantovano, ex viceministro agli Interni. Anche Adriano Celentano ha voluto intervenire sulle unioni civili, sul suo blog: «Giusti i diritti civili anche nelle unioni omosessuali, i diritti individuali, perché il matrimonio è solo tra uomo e donna, altrimenti si chiamerebbe “patrimonio”», si legge su “Il Corriere della Sera”.

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