Lerner becero con Salvini: “Non era in Corea mentre scoppiava la bomba? Peccato…”
Attacco becero di Gad Lerner contro Salvini. Il Gad “politicamente corretto” augura in pratica al leader della Lega di finire in mezzo a un fungo atomico. Che volete farci, gli intellettuali della sinistra oltranzista sono fatti così: buonisti con chi la pensa come loro, cattivisti con chi invece dissente dai loro teoremi ideologici. Ecco allora che le buone maniere e il bon ton dei salotti radical chic vanno a farsi benedire. Il nuovo caso nordcoreano, con l’esplosione di una bomba termonucleare a idrogeno annunciata da Pyongyang, innesca infatti un botta e risposta via Twitter tra Gad Lerner e Matteo Salvini. Sullo sfondo, i viaggi in Corea del Nord del segretario della Lega Nord e del senatore Antonio Razzi e l’emergenza migranti, cavallo di battaglia di Salvini. Il primo attacco, pesante, viene appunto da Lerner che in un tweet scrive: “Esplode bomba all’idrogeno in Corea del Nord e provoca terremoto. Peccato che Salvini e Razzi non si trovassero nella loro patria elettiva”. La risposta del leader leghista non si fa attendere: “L’intellighenzia di sinistra non si smentisce mai! Ciao Gad, salutami la tua patria elettiva popolata da Rom e clandestini”. Gad Lerner, si sa, è un polemista nato. Ebbe da ridire anche, pochi mesi fa, quando il padre di Alessandro Di Battista, Luigi, si dichiarò “fascista” in una intervista. Subito Lerner corse a precisare in una nota sui social che il Di Battista “rappresenta l’anima di sinistra, per così dire, del M5S”, mentre Luigi Di Maio avrebbe assunto – a suo dire- un “profilo sicuramente più vicino a quello del centrodestra”. Poi però Lerner attaccò anche il giovane esponente grillino. “Di Battista si è poi gradualmente rimangiato il profilo più progressista rivendicato a inizio legislatura, quando il M5S puntava sulla fuoriuscita dei voti dal Pd, indebolito dalla doppia sconfitta”. Insomma, tutto si misura, per Lerner, con la vicinanza o meno ai teoremi progressisti. E’ questo il vero canone del buonismo della sinistra.