L’Isis rade al suolo il più antico monastero cristiano in Iraq
L’Isis ha compiuto un altro scempio. Dopo aver raso al suolo chiese, moschee e mausolei in Iraq e aver distrutto reperti e statue antiche a Ninive, Hatra, Nimrud e cancellato Palmira in Siria, adesso i jihadisti hanno ridotto in macerie il monastero di St. Elijah. Il più antico monastero cristiano in Iraq era stato costruito 1.400 anni fa sulla collina che sovrasta Mosul. L’agenzia Associated Press, che ha dato in esclusiva la notizia, ha riferito di avere potuto accertare la distruzione del monastero attraverso fotografie satellitari commissionate alla società DigitalGlobe.
L’Isis ha distrutto il monastero nell’estate 2014
L’edificio era già in gran parte senza tetto, ma erano ancora visibili venticinque stanze e una cappella. Secondo esperti che hanno visionato le immagini, le antiche mura di pietra «sono state letteralmente polverizzate», con l’uso di bulldozer e forse di esplosivi, probabilmente tra l’agosto e il settembre 2014. Sant’Elijah era già stato teatro di tragedie e atti di vandalismo. Il monastero era stato fondato nel 590 dopo Cristo da Mar Elia, monaco assiro, ed era il centro della comunità cristiana. Per secoli migliaia di pellegrini raggiungevano il monastero per la festa di Mar Elia, l’ultimo mercoledì di novembre. Il monastero era stato ristrutturato nel XVII secolo da Hurmizd Alqushnaya. Nel 1743, 150 monaci erano stati massacrati da un generale persiano perché avevano rifiutato di convertirsi all’Islam.