Mafia, sotto scorta il figlio di Nicola Gratteri. Solidarietà dal centrodestra
E’ stato messo sotto tutela il figlio del procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri, protagonista, suo malgrado, di un episodio dai contorni ancora misteriosi ma che viene affrontato con la massima attenzione dalle forze dell’ordine. La decisione, secondo quanto si è appreso, è stata presa in sede di Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica dopo che due persone incappucciate hanno suonato al campanello dell’edificio in cui abita a Messina. Mercoledì scorso due persone incappucciate hanno suonato al campanello dell’appartamento del figlio del procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri spacciandosi per agenti di polizia e fuggendo poi per le scale una volta giunti sul pianerottolo: si sta ora cercando di verificare se alcune delle telecamere di videosorveglianza presenti nella zona possano avere ripreso immagini utili alle indagini. Nel frattempo, anche se nessuna ipotesi viene al momento esclusa, l’idea degli investigatori – secondo quanto si è appreso – è che si sia trattato di un modo subdolo della ‘ndrangheta per lanciare un messaggio a Gratteri, impegnato in delicate indagini sulle cosche ed i loro rapporti con i cosiddetti “colletti bianchi” oltre all’attività nel narcotraffico. Ad una prima lettura dell’episodio, infatti, pare strano che i due abbiano suonato solo casualmente al campanello del figlio di Gratteri. Inoltre si sono presentati come agenti di polizia che – altra circostanza che difficilmente viene ritenuta una casualità – è il Corpo che cura la scorta del magistrato. I due, una volta al piano del figlio di Gratteri sarebbero poi fuggiti, forse perché si sono resi conto che davanti la porta d’ingresso dell’appartamento c’è un cancello metallico che era chiuso. E’ confermato che i due non abbiano detto niente, ma questo, a giudizio degli investigatori, non renderebbe meno credibile l’ipotesi di un “avvertimento”, visto che – viene evidenziato in ambienti vicino alle indagini – la ‘ndrangheta opera spesso con “gesti”. Le indagini sull’episodio sono condotte dai carabinieri di Messina con il coordinamento della Procura siciliana.
La solidarietà del centrodestra a Nicola Gratteri
La solidarietà al procuratore antimafia è arrivata, in modo bipartisan, da tutto il fronte politico. Per il centrodestra, Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, ha parlato di “gravissima intimidazione mafiosa”. “L’Italia è in debito con Gratteri per le sue coraggiose inchieste contro la ‘ndrangheta e il traffico di stupefacenti. A lui tutta la nostra vicinanza”, ha scritto su Facebook la Meloni. Anche Azione Nazionale esprime solidarietà al procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri. “Si tratta di un episodio assolutamente grave che merita la massima attenzione da parte delle Autorità e che testimonia ancora una volta come la lotta a tutte le mafie debba essere condotta senza soste dallo Stato. Il lavoro e la dedizione messa in campo dal procuratore Gratteri sono il simbolo di questo impegno contro la criminalità organizzata”, dichiara in una nota Fausto Orsomarso, portavoce di Azione Nazionale. “Il lavoro di Gratteri è un esempio di dedizione nel contrasto alla ndrangheta e al traffico di stupefacenti, nel tentativo di sradicare queste piaghe dal nostro Paese. Nel ribadirgli tutta la mia stima sono certa che continuerà a svolgere con coraggio ed abnegazione il suo compito”, afferma Mara Carfagna, portavoce di Forza Italia alla Camera dei deputati.