Meloni apre alle primarie ma con “paletti”. E riparte il dibattito a destra
Una svolta nel dibattito in corso nel centrodestra. Giorgia Meloni ha “aperto” alle primarie per la candidatura a sindaco di Roma, ma ha posto delle condizioni che lei considera imprescindibili: in primis che debbano essere svolte in tutta Italia, per tutte le città. «Le primarie per Fratelli d’Italia – ha scritto su Facebook – sono uno strumento importante. Se i partiti del centrodestra accetteranno di utilizzarle come metodo in tutte le grandi città nelle quali si vota noi siamo pronti». Per la leader di Fratelli d’Italia «è fondamentale che sul metodo siano d’accordo gli alleati perché per queste elezioni amministrative abbiamo dato priorità alla compattezza della coalizione. La battaglia è nazionale e sceglieremo con lo stesso strumento i candidati di Roma, Milano, Torino, Napoli, Bologna, ecc.. e li presenteremo insieme».
Meloni: le primarie devono avere tre caratteristiche
Subito dopo, Giorgia Meloni ha puntualizzato che le primarie per scegliere i candidati dovranno avere tre caratteristiche: «La prima è il rifiuto del modello elitario americano che ha allontanato gli elettori dalle urne. Per noi deve esserci la massima partecipazione popolare. Si va in mezzo alla gente con i gazebo. La seconda è che alle primarie del centrodestra partecipi solo chi dichiara di condividere i principi e i programmi della coalizione di centrodestra a livello locale e nazionale. Chiarezza e coerenza soprattutto. Nessuna larga intesa. La terza: la discontinuità con le esperienze fallimentari del passato già bocciate dagli elettori».
Dibattito aperto nel centrodestra
Le condizioni poste dalla Meloni non piacciono a Francesco Storace. L’ex governatore del Lazio su Twitter ha lanciato la sfida: «Primarie da soli. Primarie con chi dicono loro. Primarie a condizione che. Ma siete sicuri che poi alle elezioni ci trovate in fila per voi?». Critiche, si legge su Il Tempo, anche da Azione Nazionale: «Non capiamo – ha detto il portavoce Fausto Orsomarso – perché le primarie debbano essere obbligatoriamente svolte in tutta Italia. Sarebbe sicuramente meglio, ma questo non impedisce che Roma, dove la destra da sempre è egemone, venga utilizzata come laboratorio per le primarie del centrodestra».
Gasparri: sui candidati abbiamo ipotesi tutte valide
Intervistato da Il Tempo, Maurizio Gasparri ha affermato che le primarie «fatte con un concorso di categorie, di eletti, insieme a una parte di delegati eletti dai cittadini potrebbero essere una buona ipotesi a differenza di quelle del Pd». Per quanto riguarda la scelta dei candidati, ha detto Gasparri, «abbiamo ipotesi tutte valide. Una più politica, Meloni; una tecnica e qualificata, Bertolaso; la terza, Marchini, non da scartare a priori, perché rappresenta un allargamento dell’area: il centrodestra ha più frecce al proprio arco. Discuta di come scegliere la freccia, ma se vuole vincere eviti di infilare nell’arco due o tre frecce contemporaneamente».
L’ottimismo di Donna Assunta Almirante
Donna Assunta Almirante si è mostrata ottimista per elezioni di Roma. «Tanto Giorgia Meloni che Francesco Storace – ha detto al Tempo – sono due esponenti di altissimo profilo. Giorgia è una persona di polso ed eleggere al Campidoglio una donna sarebbe sicuramente un messaggio molto importante. Quanto a Francesco Storace ha dimostrato tutte le sue qualità quando è stato alla guida della Regione. Se fosse eletto sindaco si metterebbe al lavoro con tutte le sue forze per rialzare la città».
Favorevole alle primarie la Lega
Favorevole alle primarie Barbara Saltamartini della Lega: «Il fatto più importante della dichiarazione della Meloni è che tra i paletti che elenca non compaia più l’esclusione a priori di esponenti che provengano da esperienze civiche, purché ovviamente sottoscrivano la responsabilità politica di prendere parte a una coalizione chiaramente alternativa a quella renziana».