Napolitano non si dà pace: straparla, detta legge, difende il duo Renzi-Alfano

7 Gen 2016 13:16 - di Girolamo Fragalà

Ci sono due pontefici, Bergoglio e Ratzinger. O meglio, Papa Francesco e Papa Benedetto XVI. Per non essere da meno, la politica italiana si ritrova con due presidenti della Repubblica: uno è Sergio Mattarella, pacato, moderato. L’altro è lui, Giorgio Napolitano, l’ex, l’uomo del Colle “accusato” di aver messo in atto il golpe istituzionale contro Berlusconi. Sì, perché Napolitano non è praticamente mai andato via dal Quirinale, continua ad agire come se fosse ancora in carica, dà ordini, si sovrappone, parla, straparla, dà la linea.

L’aiutino di Napolitano a Renzi e Alfano

Innanzitutto difende Renzi. E non c’era da dubitarne, visto che comunque è il frutto di un modo di scegliere il premier che è partito con Monti per finire poi al Matteo ridens. Nonostante la situazione italiana sia tutt’altro che florida (anzi, molti dati sono peggiorati), Napolitano assicura che «l’Italia non è una sorvegliata speciale, in questi due anni il governo e il Paese hanno dimostrato una volontà riformatrice e i nostri partner hanno apprezzato i risultati». In sostanza, quant’è bravo Renzi, quanto erano incapaci gli altri. Un altro politico da difendere è chiaramente Alfano: «Fa bene a non chiudere le frontiere, guai a far saltare gli accordi di Schengen». Sul Corriere della Sera è un fiume in piena, come lo è da tempo ovunque ci si giri. Gli preme parecchio il nodo immigrazione, sempre in difesa del duo Alfano-Renzi: «Non bisogna ristabilire i confini nazionali, ergere muri, mettere a rischio la conquista storica della libera circolazione delle persone all’interno dell’Unionem europea». Paradossale è poi la presa di posizione contro la politica dell’austerità, l’esatto contrario di quel che sosteneva ai tempi del governo di centrodestra, al quale si chiedeva la svolta lacrime e sangue: «Va approvata una strategia di sviluppo seria», così come in Italia vanno approvate le riforme. Quelle di Renzi, naturalmente.

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