Nuova “carognata” del NYT: “Senza Berlusconi è tornata l’eleganza”
Lo hanno accusato di tutto e di più, ma ora ci voleva il coraggio del magazine del New York Times per accusarlo anche di ineleganza e di cattivo gusto in fatto di moda. Nessuno era arrivato a tanto, ed effettivamente, visivamente, appare proprio un attacco pretestuoso e fuori dalla realtà. Certo, l’antiamericanismo spinto del Cavaliere e l’amicizia con Putin devono avere avuto il loro peso nel formulare un giudizio che ancora mancava nella gamma infinita di tutte le accuse formulate da sempre contro Berlusconi, soprattutto dal giornale statunitense. Nel servizio-copertina che apre l’ultimo numero di Fashion&Style, si legge – come riporta il Giornale – che in Italia dopo l’uscita di scena di Silvio Berlusconi “sembra esserci un ritorno ai valori sartoriali tradizionali”, a sostituire “la volgarità, e non l’eleganza, che ha regnato in Italia quando il primo ministro Silvio Berlusconi governava il Paese e contemporaneamente organizzava i baccanali del bunga bunga”. Il magazine, addirittura, “riesuma” la salma di Gianni Agnelli, senza ricordare che certi suoi trend, come l’orologio sul polsino della camicia e la cravatta fuori dal maglione a “V” erano tollerati solo perché era l’Avvocato a poterseli permettere, ma, anzi, erano giudicati atteggiamenti pacchiani e da “parvenu” se a esibirli fosse stato uno qualunque.
Le cravatte di Berlusconi hanno lasciato un segno
Il NYT è assolutamente parziale quando si tratta di attaccare Berlusconi, ora più che mai “fastidioso” perché da tempo sta mettendo il dito nella piaga della politica americana. Può scrivere quello che vuole, ma è un fatto che eleganza e buon gusto nel vestire siano sempre stati uno stile personale di Berlusconi. Il trend da lui inaugurato delle cravatte blu a piccoli pois attraversa in maniera assolutamente bipartisan l’eleganza e la sobrietà maschili. Certa disinvoltura dell’ex premier nell’indossare capi “avventurosi” per un uomo d’età, come la bandana quando ricevette Tony Blair nella sua Villa in Sardegna, fu oggetto di ironie ma non certo segnalato come volgarità e ineleganza.
Berlusconi, “elegantiae arbiter” del Milan
Anzi, l’eleganza è stata il metro di valutazione nel suo modo di scegliere giocatori e allenatori del suo Milan. Nel libro di Friedman, My way, l’autore riporta proprio il colloquio in cui Berlusconi dice che «ciò che davvero manca a questo Milan, è proprio la forma, l’eleganza». Non è un caso – scrive Friedman – che i due giocatori che ricorda con più piacere siano stati due esempi di equilibrio e sobrietà: Franco Baresi e Paolo Maldini. Oggi ci sono troppi piercing, tatuaggi e pettinature strane. Berlusconi sa di fare un discorso da uomo d’altri tempi, ma non gli dispiace esserlo. Infatti racconta che qualche anni fa controllava addirittura il nodo della cravatta ai giocatori prima che rilasciassero un’intervista. Si ricordano anche i suoi bonari “rimproveri” all’ex allenatore dei rossoneri, Massimiliano Allegri, per i suoi capelli scomposti e indisciplinati. E si vociferò che nel benservito dato a un altro allenatore, Fatih Terim, giocò negativamente il comprortamento grezzo, a dir poco, del turco a tavola durante una cena ad Arcore.