«Quei nomadi volevano uccidere, hanno agito da pazzi. Vogliamo giustizia»
I carabinieri hanno i nomi di quattro nomadi sospettati di avere preso parte, insieme ad altri, al pestaggio avvenuto al casello autostradale di Bolzaneto di un pensionato di 63 anni per motivi di viabilità, perché intervenuto a difendere il genero. Sono sinti che presto potrebbero essere denunciati per lesioni colpose. Intanto le famiglie dei due feriti, genero e suocero, Rodrigo, 28 anni, che se l’è cavata con una prognosi di 10 giorni, e Attilio, 63 anni, di Bolzaneto, il più grave ricoverato nel reparto di neurochirurgia dell’ospedale San Martino in prognosi riservata, hanno chiesto ai carabinieri di fermare quei nomadi: «Vogliamo solo giustizia, dovete prendere le persone che hanno aggredito i nostri cari. Hanno agito da pazzi e potevano uccidere».
La ricostruzione dell’aggressione da parte dei nomadi
Le indagini dei militari del nucleo investigativo del comando provinciale sono incentrate sulla comunità che gravita nel campo nomadi di Bolzaneto. Gli investigatori ipotizzano che gli autori dell’aggressione fossero ubriachi. La prima ricostruzione del pestaggio è stata possibile con i filmati delle telecamere del casello autostradale e con le testimonianze del ferito meno grave e delle mogli dei due. Pare che tutto sia nato lungo la corsia che conduce al casello. I nomadi a bordo di una delle auto hanno prima tamponato l’auto di Rodrigo e Attilio e poi li hanno costretti a fermarsi. I due si sono trovati contro quattro uomini che li hanno subito aggrediti con calci e pugni. Hanno smesso solo quando il sessantenne è caduto e ha sbattuto la testa sull’asfalto. Poi la fuga sino al campo nomadi dove gli aggressori hanno abbandonato le auto, intestate a prestanomi, e sono fuggiti.