Trump vola nei sondaggi: doppia il rivale Cruz e affonda Rubio e Bush
Donald Trump vola ancora più alto nei sondaggi. Di più: svetta su tutti, competitor “interni” e rivali democrat, a dispetto di endorsement presidenziali e di cassandre dell’ultim’ora. Conduce tra gli uomini e tra le donne, tra gli elettori più giovani e tra i più anziani, tra gli evangelici bianchi e tra i conservatori. Insomma, l’indice di gradimento non sembra registrare flessioni, anzi: il vantaggio di Trump – spiegano i sondaggisti – è solido, con il “re del mattone” in vetta alla classifica in numerosi sottogruppi di elettori repubblicani, tranne per quanto concerne i laureati e i sostenitori dei Tea Party, all’interno dei quali il vantaggio del miliardario Usa risulta essere meno dominante.
Donald Trump vola ancora più alto nei sondaggi
I sondaggi, insomma, proprio come moltissimi americani, non sembrano avere dubbi: secondo una consultazione di Cnn e Orc, Trump per la prima volta ha raggiunto il 41% a livello nazionale, doppiando il suo rivale più vicino, Ted Cruz, al 19%. Nessun altro candidato repubblicano ha raggiunto percentuali a due cifre, con Marco Rubio terzo all’8%. Affondano l’ex neurochirurgo Ben Carson, al 6%, e l’ex governatore della Florida Jeb Bush, al 5%. Il vantaggio di Trump – spiegano i sondaggisti entrando nel dettaglio delle cifre percentuali – è solido, con il “re del mattone” in vetta alla classifica in numerosi sottogruppi di elettori repubblicani. Non solo: la proiezione mostra anche come il miliardario newyorkese sia considerato colui che vincerà le elezioni presidenziali di novembre qualora arrivasse ad ottenere la nomination dal 63% dei repubblicani. Solo il 16% pensa la stessa cosa di Cruz e il 10% di Rubio.
Hillary Clinton sempre più in difficoltà
E proporzionalmente alla crescita inarrestabile di Trump nei sondaggi, cala il favore attribuito alla Clinton, nonostante il continuo endorsement di Obama tributato alla ex rivale. E mentre è partito il countdown verso il primo test reale per i contendenti nella corsa verso la Casa Bianca con i caucus (assemblee) in Iowa, che tra una settimana danno il via alla stagione delle primarie, la corsa di Hillary continua a singhiozzo. L’esperienza della ex first lady, che ne ha fatto una predestinata frontrunner, «è privilegio e fardello allo stesso tempo», ha detto il presidente degli Stati Uniti non provando neppure a mitigare lo sfacciato sostegno a lei ribadito a più riprese. Non è un endorsement, si è affrettato a chiarire l’inquilino della Casa Bianca, ma poco ci manca: è una palese «manifestazione d’affetto» e di rispetto, che in queste ore assume significati nuovi per il fronte democratico, il cui scenario risulta più mutevole che mai. Con Hillary che si ritrova in acque difficili, stretta tra la minaccia che Bernie Sanders continua a lanciarle da sinistra al grido di «rivoluzione politica», e lo «spettro» Michael Bloomberg, l’ex sindaco di New York, che fa capolino con le prime consistenti indicazioni per una sua candidatura da indipendente. E tutto, mentre i sondaggi sul panorama complessivo tracciano un quadro di grande incertezza, con due soli punti fermi: Donald Trump in netto vantaggio sul fronte repubblicano, e un sostanziale testa a testa tra Hillary Clinton e Bernie Sanders in campo democratico.