“Tutti in Italia”, canta il ministro Orlando: no al reato di immigrazione clandestina
«L’abolizione del reato di immigrazione clandestina si deve fare, ma col ministero degli Interni si sta ragionando su un intervento complessivo che riguardi i rimpatri, i tempi per il riconoscimento dello status di rifugiato: l’abolizione del reato può stare dentro quel pacchetto». Non ha dubbi il ministro della Giustizia Andrea Orlando, che a “Omnibus” su La7 insiste sulla linea giù preannunciata qualche giorno fa, sfidando le ire (alquanto fumose, come al solito) degli alleati del Nuovo centrodestra. Ma Orlando non ha dubbi: «Sul reato di immigrazione clandestina è stato in piedi un messo un meccanismo che spesso intralcia il meccanismo del rimpatrio. Per questo, se si vuole evitare qualunque forma di strumentalizzazione, la sua abolizione la si può mettere dentro un pacchetto dove sia chiaro che il meccanismo delle espulsioni e dei rimpatri non si tocca», ha spiegato Orlando, che si è detto contrario al reato: «È un simulacro di reato», ha detto. Ma intanto in tutta Europa, chissà perché, esiste e viene fatta rispettare la legge a suon di condanne ed espulsioni.
Orlando difende anche la Boschi
Il ministro Orlando non lesina critiche anche a chi si è permesso di mettere in discussione il ruolo della sua collega, Maria Elena Boschi, nel pasticciaccio brutto delle banche. «Se si continua a fare la discussione sulle banche come si trattasse solo di capire il link col ministro Boschi, rischiamo di non affrontare il problema reale. Noi abbiamo un sistema molto fragile che è stato fatto pagare ai risparmiatori. Il governo deve preoccuparsi di che fine fanno i risparmiatori, che il sistema di controlli faccia il suo corso e deve riflettere sul efficienza del sistema dei controlli», ha detto il titolare della Giustizia a “Omnibus“. Quanto alle responsabilità, “individuare la foto di un solo cattivo è semplicistico. C’è un sistema che per decenni non si è innovato e oggi paghiamo le conseguenze”.