Berlusconi: «Farò il regista del centrodestra per battere Renzi»
«Il centrodestra può tornare a governare e io lo unirò contro Renzi». Lo dice in una lunga intervista a Il Corriere del Ticino, il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi. Il Cavaliere spazia dalla politica italiana all’attualità internazionale e si dice preoccupato per la democrazia in Italia e critica Renzi per le polemiche sull’Europa: «Il premier è irrilevante in ambito internazionale e il suo comportamento sta danneggiando ulteriormente l’Italia». Critiche, poi, anche al Movimento 5 Stelle che definisce «un partito basato sull’invidia sociale». Berlusconi elogia invece Putin («È l’unico vero leader internazionale») e ricorda come su Gheddafi e su Mubarak la sua linea fosse quella giusta: «Oggi tutti mi danno ragione ma è troppo tardi». L’intervista tocca anche il tema dei profughi sostenendo che «occorre ripartire in maniera equa l’accoglienza, ma – spiega – i migranti che non hanno i requisiti per chiedere asilo devono essere rimpatriati».
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«Per due anni consecutivi – si legge nell’intervista di Berlusconi al quotidiano svizzero – a causa della sentenza politica che mi ha reso incandidabile ed ineleggibile, sono stato assente dalla scena politica e dalla televisione. Al contrario, nello stesso periodo, l’amico Matteo Salvini e anche Renzi sono stati in televisione per sei ore a settimana. Anche in questi frangenti, però, la nostra coalizione, al 33% con Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, supera nei sondaggi il Partito democratico (30,2%) e il Movimento 5 Stelle (27%). Ma evidentemente non basta. Dobbiamo arrivare a superare il 40% se vogliamo vincere le elezioni al primo turno e impedire di consegnare il governo del Paese nelle mani dei Cinque Stelle che, come concordano tutti i sondaggi, in caso di ballottaggio con il Pd avrebbero sicuramente la meglio». Berlusconi annuncia dunque il suo impegno a «essere l’ispiratore, il federatore e il regista del centrodestra e di tutti gli italiani di buonsenso amanti della libertà e della democrazia, che sono la maggioranza del Paese».