La Clinton usa una bimba immigrata per farsi pubblicità. Come la Merkel

19 Feb 2016 12:08 - di Alberto Fraglia

Sta diventando una moda. Un modo di mostrare il lato umano del politico, uomo o donna che sia, non fa differenza. L’immagine catturata dall’obiettivo di un carezza delicata ad un bimbo in lacrime e diffusa dai media; la foto che diventa spot, cartellone pubblicitario, bacheca, icona. Una foto che parla da sola, più di un discorso, di un articolo, di un citazione ad effetto. Che va diritto al cuore di chi osserva. Muove sentimenti. Agita inquietudini. Evoca sofferenze. Ricordate la Merkel presa in contropiede da una bambina rifugiata che temeva di essere rispedita nel suo Paese? Le parole della Cancelliera avevano mosso al pianto la bambina e lei, Angela, donna granitica, di ferro, tutta d’un pezzo, ne era rimasta colpita. Una carezza rassicurante sul volto commosso della fanciulla ebbe l’effetto di offrirci una versione della Merkel fuori dal solito cliché. La foto fece il giro del mondo. Per la cronaca, la bimba e i suoi genitori sono rimasti in Germania. Nessuno li ha mandati via. Dopo la Merkel ora scopriamo il lato umano di Hillay Clinton. In un frame del nuovo spot lanciato dalla campagna elettorale della candidata per la nomination democratica, una bambina in lacrime parla della sua paura per la possibile espulsione dagli Stati Uniti dei genitori immigrati: “I miei genitori hanno ricevuto la lettera per l’espulsione – dice – ho paura che saranno espulsi”. Hillary la fa sedere sulle sue ginocchia e tenta di consolarla: “Farò tutto il possibile affinché tu non abbia paura”. Ora, se per la Merkel la circostanza è apparsa alquanto casuale, certo questo non può dirsi per la Clinton. Forse l’effetto che producono le due immagini è lo stesso. Ma non è indifferente l’uso che si fa delle immagini in questione. Il pianto di una bambina usato per farsi pubblicità, per catturare qualche punto in più di consenso, per alimentare la propria campagna elettorale. toccando un  tema delicato come quello dell’immigrazione,  è quanto di più insulso ed ipocrita ci possa essere. E’ una violenza. Una volta, almeno, si aveva il pudore di oscurare il volto del minore. Ora, invece, si usano quei visi infantili (e sofferenti) senza un minimo di ritegno. Più o meno come fa Renzi quando se ne va in giro per le scuole a farsi fotografare come fosse un divo del cinema. Viene voglia di gridare: basta! Lasciate stare i bambini! Per favore, non usateli per un così misero tornaconto personale.

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