Dai barconi alla prostituzione in Italia: smantellato clan criminale nigeriano
Un vero clan criminale nigeriano colpevole di associazione a delinquere finalizzata al reclutamento, all’induzione e allo sfruttamento della prostituzione di alcune migranti anche minorenni, nonché procurato aborto in persona non consenziente e rapina. Sono questi i reati di cui dovranno rispondere a vario titolo i sette cittadini nigeriani arrestati dalla squadra mobile di Roma. Le indagini hanno consentito di smantellare una complessa organizzazione criminale, interamente composta da nigeriani, attiva nello sfruttamento della prostituzione di giovani donne – loro connazionali – fatte giungere appositamente in Italia attraverso la classica rotta Nigeria-Libia-Sicilia. La prostituzione nigeriana in Italia è diventata una piaga crescente, dove le donne il più delle volte sono vere e proprie schiave, costrette a prostituirsi dopo essere arrivate nel nostro Paese con la promessa di un lavoro.
Con Mare nostrum il traffico nigeriano è cresciuto
Dall’inizio del 2014, in coincidenza con l’operazione Mare nostrum, la tratta delle prostitute nigeriane si è sovrapposta all’ondata di partenze dalla Libia, assumendo proporzioni senza precedenti. Come ha documentato un’inchiesta del settimanale L’Espresso, «i trafficanti approfittano dell’esodo dei profughi, usando gli scafisti per portare qui la loro merce: le donne. Dopo lo sbarco, si insinuano nelle pieghe dell’emergenza per ottenere permessi temporanei e forzarle al marciapiede. Senza che le nostre istituzioni riescano a impedirlo, rassegnate a farsi complici degli sfruttatori». Durissimo nella sua intervista al settimanale, padre Efrem Tresoldi, direttore della rivista Nigrizia «Il governo non sta agendo. Forse non vede la gravità del fenomeno, oppure chiude un occhio per evitare di soffiare sulle paure, di dare spazio alla destra. Intanto le reti criminali ne approfittano. E lucrano sulle donne contando proprio sull’incuranza delle istituzioni». Istituzioni che hanno una precisa identità: il governo di Matteo Renzi e la coalizione di partiti che lo sostiene.