Il Pd ha il record di inquisiti. Ma chiede le dimissioni di Maroni (che non lo è)
Due pesi e due misure. È l’accusa che la Lega ha rivolto al Pd lombardo che in queste ore le dimissioni del governatore Roberto Maroni all’indomani dell’arresto del presidente leghista della commissione Sanità, Fabio Rizzi.
Il Pd chiede le dimissioni di Maroni
Dal centrosinistra «oggi invocano le dimissioni e presentano mozioni di sfiducia a Maroni, che peraltro servono solo a rafforzare la nostra maggioranza, ma quando nei mesi precedenti all’Expo sono finiti in manette collaboratori strettissimi di Giuseppe Sala dal Pd nessuno ne ha chiesto le dimissioni e anzi lo hanno sempre protetto e coccolato per poi candidarlo sindaco a Milano». È il contrattacco del segretario della Lega Lombarda, Paolo Grimoldi. «Come Lega confermiamo la nostra linea: se qualcuno sbaglia deve pagare. E personalmente concordo pienamente con Maroni, che si è detto stupito e incazzato per questa vicenda, ma ancora più motivato a continuare il suo lavoro». Personalmente – conclude Grimoldi – «sono a mia volta stupito e incazzato per le strumentalizzazioni politiche fatte dal Pd, che ancora una volta dimostra il suo eterno atteggiamento da due pesi e due misure».
Le strumentalizzazioni della sinistra
«Dal sistema Formigoni si è passati al sistema Lega di Maroni-Salvini», attacca il segretario lombardo del Pd, Alessandro Alfieri, che in una conferenza stampa, ha invitato a considerare il caso Rizzi non solo dal punto di vista giudiziario. «Non siamo ottimisti, sappiamo già come andrà a finire, ma vogliamo dire che esiste un altro modo di governare». Ma il Pd lombardo è il primo a sapere che la richiesta di dimissioni al governatore della Lombardia poggia sul nulla. «Non è la prima volta che presentiamo una mozione di sfiducia a Maroni: ha detto l’esponente dem – e le ragioni sono sempre le stesse, cioè la sua gravissima inadeguatezza a governare»