Meloni: sono spiazzata dagli insulti, questa è una società orribile
È stato uno tsunami inaspettato: la furia di volgarità, cattiverie, insulti sessisti ai limiti dello stalkeraggio, che si è riversata sul web contro Giorgia Meloni dopo l’annuncio della gravidanza ha lasciato senza parole la leader di Fratelli d’Italia, che pure è tipa tosta – come riconoscono amici e avversari – e di attacchi è piena la sua vita politica iniziata a poco più che quattordicenne.
Meloni: una cosa più grande di me
«È successa una cosa più grande di me – racconta Giorgia Meloni – una cosa che mi lascia senza parole, che mi ha spiazzato. Questa è una società orribile che non rispetta più niente. E sì che sono una che agli insulti ha fatto il callo. Donna di destra: mi hanno sempre detto la qualunque. Ma questa cattiveria, questa rabbia nei confronti dell’essere minuscolo che porto dentro, mi stordiscono». Già perché gli insulti dei social si sono rivolti anche al futuro bebè della leader di Fratelli d’Italia, roba incommentabile che nessun livore politico può giustificare.
I fiori di Matteo Renzi
Se la presidente della Camera, Laura Boldrini, con rimarchevole ritardo (e sotto il pressing di Fabio Rampelli) ha vergato lunedì sera un comunicato di solidarietà alla Meloni, il premier Matteo Renzi, dall’Africa dove è in visita ufficiale, le ha fatto recapitare un un mazzo di rose e liliim. Poche le donne, nessuna dal fronte della sinistra ossessionata dalla crociata sui diritti civili, hanno rivolto messaggi di condanna alla valanga di fango del popolo della rete. Fa eccezione Monica Cirinnà che «come donna – ha detto – sono al fianco di Giorgia Meloni». Tra le chicche più contestate il tweet di Vladimir Luxuria, “auguri e figli trans”, del quale l’ex parlamentare transgender non si è pentita, «ho fatto una battuta, «l’ho faccio con tutti si è difesa». Spicca per squallore su tutti il gruppo Facebook “Sesso, droga e pastorizia” che ha messo in copertina Giorgia Meloni con una didascalia irripetibile (notizia che lo staff dell’ex ministro ha fatto fatica a riferire all’interessata) con oltre cinquecento like. Un crescendo virale che ha prodotto le peggiori devianze e alimentato gli istinti più bassi: fotomontaggi indegni, malauguri, fino agli auguri di morte.
Lo squadrismo della rete
Squadrismo online? Specchio dei tempi, di una società egoista, volgare. alla ricerca dell’avversario da sbranare? Il day after è scattata l’esegesi sociologica, in ogni caso appare difficile non attribuire all’onda di insulti una connotazione politica e ideologica. «Si ha la percezione che la rete sia una zona franca – commenta Lorella Zanardo, autrice del volume Corpo delle donne – ma non è così. Bisogna ripensare con urgenza l’uso dei social».