NCD voterà il ddl Cirinnà, “ma prima stralciare le adozioni gay dal testo”
E ora, dentro Ncd? Gli alleati del premier incassano la possibile apertura con enorme cautela. Che Matteo Renzi abbia sei facce come un dado lo sanno pure loro, quindi aspettano di capire cosa succederà. Spiega uno dei leader del partito di Angelino Alfano: «Renzi non ha ancora deciso se prendere la strada del negoziato con noi. Martedì si presenterà all’assemblea del gruppo dei senatori del Pd e li metterà dinanzi alla scelta. Dirà: “Volete che il testo resti quello attuale? Benissimo. Ma si voterà emendamento per emendamento e sappiate che siamo nelle mani dei Cinque Stelle e rischiamo il Vietnam parlamentare. Altrimenti datemi la delega a trattare con Ncd per raggiungere un accordo dignitoso su un nuovo testo da approvare in tempi brevi”. Solo in questo caso entreremmo in gioco noi. Dipende tutto da cosa deciderà il gruppo del Pd. La fiducia è un aspetto successivo», spiega “Libero”.
Ci sarà la fiducia sul ddl Cirinnà, ma senza adozioni gay
Se l’intesa tra i partiti che sostengono il governo si farà, la nuova disciplina del diritto di coppia – sia etero che omo – dovrebbe entrare in un unico maxiemendamento, probabilmente blindato col voto di fiducia. Vista la contrarietà degli alfaniani, è impensabile che in un simile testo permanga la stepchild adoption. Nel dubbio, i senatori di Area Popolare Maurizio Sacconi e Nico D’Ascola hanno elencato di nuovo le loro condizioni: «Via i “matrimoni truffaldini”, via le adozioni, utero in affitto come reato universale». Un prezzo che la sinistra del Pd non è disposta a pagare.
Roberto Speranza:«Se l’accordo di governo significa rinunciare alle stepchild, io sono contrario».
Sono quelli che vorrebbero sfidare comunque il mare aperto dello scontro in aula, convinti che i grillini alla fine una mano gliela daranno, o che qualche franco tiratore del centrodestra si schiererà col Pd negli scrutini segreti. Ovviamente contrarie all’accordo con gli alfaniani sono le associazioni Lgbt Per l’ex ds Franco Grillini, presidente di Gaynet Italia, l’ipotesi del voto di fiducia su un testo condiviso da Ncd sarebbe «un disastro sul piano politico e una grande umiliazione sul piano umano». Ma nell’equazione dei numeri della Cirinnà occorre mettere dentro anche i trenta senatori cattodem, i cattolici del Pd, pronti a votare contro la stepchild adoption.