Roma, Salvini nel campo nomadi di Tor Sapienza: «Va chiuso, non è normale»
Matteo Salvini in visita al campo nomadi di Tor Sapienza a Roma, quello oggetto di proteste e manifestazioni, con i residenti inferociti e l’ex sindaco Ignazio Marino che non li ascoltava. È il campo che sorge a via Salviati, nel cuore del quartiere dove c’è stata anche la rivolta contro il centro immigrati, a ridosso dei fatti di Corcolle. Da anni la tensione è alta e la situazione è andata sempre peggiorando. «I veri vessati sono i romani», ha detto Salvini. «Questa è una realtà che in una città normale non esisterebbe. Il candidato del centrodestra questo campo lo chiude».
A Tor Sapienza i nomadi hanno fatto gli ironici…
La sorpresa è il “Benvenuto Matteo”, quel cartello che hanno messo i rom nel campo di Tor Sapienza. Una provocazione: «Non siamo ironici, gli abbiamo anche allestito il palco», afferma un rom, «vogliamo proprio vederlo in faccia». Altra scritta provocatoria: “Prima gli italiani, pace e amore”. L’ingresso del campo è stato presidiato da numerosi agenti di polizia e della municipale. Ma che il problema sia enorme lo testimonia anche il prefetto di Roma, Franco Gabrielli: «Parlando dei campi rom in città abbiamo 57 insediamenti: 44 tra abusivi e tollerati; 13 autorizzati. Dalla fine della giunta Alemanno il Comune non ha speso un soldo perché non li aveva. Non sono stati più governati, sono diventati terra di nessuno, di roghi tossici, di rovistaggio esploso in maniera esponenziale». Poi ha aggiunto: «Io credo che sia un tema reale e molto trasversale che incide sulla vita dei cittadini, proprio per i roghi tossici, per il rovistaggio e perché molte di queste persone sono dedite ad attività illegali». È razzista e intollerante anche il prefetto? La domanda è da rigirare ai buonisti della sinistra.