Sanremo dà spettacolo: la manomorta di Conti sul lato B della Ghenea

12 Feb 2016 19:30 - di Redazione

Sanremo offre spettacolo. Anche con la mano morta di Carlo Conti che si poggia sul didietro della Ghenea. Fotografia inequivoca. Sanremo è sempre Sanremo. Anche se non sempre dietro le quinte. Stavolta solo dietro. Con il capo della Rai Campo dall’Orto -quello affettuosamente soprannominato Camposanto da Dagospia– che rimane zitto, che in questo caso non ha niente da ridire. E che perciò non licenzierà il buon Conti. Magari perchè il presentatore è toscano, come il dante causa Matteo Renzi. Magari. Fatto sta che non s’è levato alcun ululato di protesta. Nessuna indignazione civile. Né s’è materializzato alcun comitato tipo “Se non ora quando?” né sit-in indignati hanno sostato davanti all’Ariston. Tutto si è accomodato in fretta. E in silenzio. Derubricato a veniale gaffe, da alzata di spalle. Anche se -in altro momento e con altri interpreti- quel gesto avrebbe goduto dell’accusa immediata di sessismo. Con tanto di pubblico dileggio. Perciò succede. E succede a Sanremo. Che dalla possibile infatuazione per gay e famiglie di fatto si passi alla manomorta sul sedere. E che sedere! Nel giovedì dedicato alle cover, la terza serata di questa edizione del Festival della canzone italiana, protagonista è stato il lato B della co-conduttrice Madalina Ghenea. Lei che ha sfoggiato un abito più bello dell’altro, così da mettere in risalto il suo corpo mozzafiato e lasciare pubblico e spettatori a bocca aperta. Lei che perciò ha fatto andare in tilt il povero Conti sul palco Sanremo. Che quando la showgirl romena ha indossato un lungo vestito rosso, che poco ha lasciato all’immaginazione, ha perduto la cognizione del tempo e dello spazio. Ed è li che il fattaccio è accaduto. Perché a Carlo Conti, guardando la valletta, dev’essere andato in pappa il cervello. Cosicchè, nel riaccompagnare la Ghenea dietro le quinte, la sua mano s’è accomodata sul dietro. Non sul fianco della collega, ma proprio su quello scrigno di voluttà. Come non comprenderlo, povero Conti! Viva Sanremo.

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