Sigilli alla barca del Duce: era finita a un uomo delle coop rosse
C’è anche la “Fiamma Nera”, la storica imbarcazione sulla quale viaggiava Benito Mussolini, tra i beni per 28 milioni di euro sequestrati dalla Guardia di Finanza di Roma a un imprenditore, legato ad alcune cooperative finite nell’ inchiesta Mafia Capitale. Le Fiamme Gialle della compagnia di Fiumicino, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia della procura di Roma, hanno sequestrato 32 terreni e 75 immobili, alcuni dei quali concessi in locazione alla “Domus Caritatis” di Tiziano Zuccolo e alla “Eriches 29” di Salvatore Buzzi. Dagli accertamenti economico-patrimoniali delle Fiamme Gialle della Compagnia di Fiumicino, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma, sarebbe emersa, secondo l’accusa, «la grande sproporzione tra i redditi dichiarati dall’imprenditore e l’elevato tenore di vita probabilmente di evasione fiscale e di fallimenti pilotati».
Fiamma Nera era ormeggiata a Fiumicino
Applicando la normativa prevista dal Codice Antimafia, l’Autorità Giudiziaria ha disposto nei confronti dell’imprenditore e di altre due persone il sequestro di 75 immobili e 32 terreni, per un valore stimato in circa 28 milioni di euro. Tra questi alcuni vani di un castello, locali del “Palazzo Noccioli” a Fiumicino, diverse tenute, appartamenti, uffici e negozi ubicati a Roma, quote societarie e disponibilità bancarie e finanziarie. Oltre a due autovetture di lusso, sigilli anche a due barche di lusso tra cui Konigin II, ribattezzato Fiamma Nera. La storia di quest’ultima è particolarmente travagliata; dopo essere stata acquistata nel 1935 dal gerarca fascista Alessandro Parisi Nobile, le venne imposto il nome di “Fiamma Nera” per essere data in uso al Duce. Nel 1943, alla vigilia della caduta del fascismo, la barca fu affondata dal proprio armatore per impedire che cadesse in mano ai tedeschi. Successivamente recuperata e restaurata dal conte Sereni e rinominata “Serenella”. Poi, col nome caraibico di Stella di Gurujà, passerà di proprietà al Principe Cremisi, fino ad arrivare negli anni Settanta, dopo una carriera passata fra crociere e regate, all’ingegner Fonzi che la porterà a Fiumicino. Qui per un periodo fungerà da nave scuola del circolo della Vela di Roma. Quindi non più in buone condizioni, nel gennaio 2002 venne ristrutturata per poi finire nelle mani del proprietario di oggi, accusato di evasione fiscale.