Siria, gli Usa scordano l’Isis e calano la maschera: guerra se Assad non cede
Gli Usa utilizzano l’Arabia Saudita e la Turchia per rovesciare il legittimo governo del presidente Bashar al Assad in Siria, anziché combattere contro i terroristi dell’Isis, oppositori del governo di Damasco. E per farlo gli alleati degli Stati Uniti non esitano a gettare fango contro Mosca, accusata di bombardare i civili siriani, circostanza solo mediatica e non provata dai rilevamenti sul terreno. L’Arabia Saudita sta infatti inviando soldati ed aerei da caccia nella base militare turca di Incirlik in vista di una possibile invasione di terra della Siria: lo scrive il quotidiano britannico The Independent, secondo cui il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu ha confermato la notizia in una dichiarazione al quotidiano Yeni Şafak. «L’Arabia Saudita ha dichiarato la sua determinazione contro Daesh (l’Isis, ndr) dicendo di essere pronta a mandare aerei e truppe», ha detto il ministro. In realtà l’Arabia mira solo a rovesciare il legittimo governo siriano. «Ad ogni incontro della coalizione abbiamo sempre sottolineato la necessità di un’ampia strategia orientata ai risultati nella guerra contro il gruppo terroristico Daesh – ha proseguito il ministro -. Se abbiamo una simile strategia la Turchia e l’Arabia Saudita potrebbero lanciare un’operazione di terra». Cavusoglu ha poi confermato che aerei e personale sono in viaggio verso Incirlik – vicino al confine siriano – aggiungendo che per ora i numeri non sono stati confermati. Da parte sua, in un’intervista il ministro degli Esteri saudita Adel al-Jubeir ha detto che l’intervento russo non aiuterà il presidente Assad a rimanere al potere, rivelando così le vere intenzioni della coalizione: «In futuro non ci sarà nessun Bashar al-Assad», ha infatti detto a un giornale tedesco. Ovviamente la Turchia si dice pronta ad affiancare l’Arabia Saudita in un’operazione di terra in Siria, se la Coalizione anti-Isis appronterà questa strategia. «La Turchia e l’Arabia Saudita sono a favore di un’operazione di terra contro l’Isis», ha detto il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, citato da Zaman: «Spieghiamo in tutti gli incontri della Coalizione che serve una strategia ampia. Se questa verrà adottata, noi come Turchia e Arabia Saudita, potremo unirci in un’offensiva di terra».
Siria, la Francia accusa la Russia di bombardare i civili
Tale offensiva però sarà rivolta essenzialmente contro le truppe regolarti siriane, e non contro l’Isis, tanto è vero che anche la Francia, responsabile a suo tempo del disastro libico di cui oggi tutta l’Europa paga le conseguenze, mette le premesse per un vero e proprio golpe contro il governo di Damasco: «Per ottenere la pace in Siria la Russia deve cessare i bombardamenti della Russia alla popolazione», ha detto il premier francese Manuel Valls, a Monaco, rivolgendosi al premier russo Dmitri Medvedev, presente alla stessa sessione di lavori della conferenza di Sicurezza. L’accordo dell’International Syria Support Group «è un primo passo, ma ora devono seguire fatti e deve essere realizzato». Secondo l’Occidente la Russia bombarda “la popolazione” mentre la coalizione guidata dagli Usa solo i terroristi. Pronta la replica di Mosca: «Non c’è alcuna prova del fatto che vi siano bombardamenti contro i civili, anche se siamo continuamente accusati di colpire obiettivi diversi dal terrorismo», ha risposto il premier russo, che ha anche denunciato la mancanza di scambio di informazioni. Tuttavia, ha aggiunto Medvedev, «continueremo a lavorare alla realizzazione delle iniziative di pace in Siria. Il percorso è difficile, ma non c’è alternativa al dialogo della comunità internazionale. Abbiamo bisogno di trattative fra il governo siriano e l’opposizione», aggiungendo che non deve esserci la minaccia che siano inviate truppe di terra. E che il piano occidentale sia più anti-Assad che anti-Isis lo provano delle dichiarazioni rivelatrici del segretario di Stato Usa John Kerry: «Se Assad non se ne va, rischia l’invasione di terra. Siamo a una svolta in Siria, le decisioni delle prossime settimane potrebbero significare la fine o l’inasprimento del conflitto». Kerry ha però anche intimato alla Russia di smettere di bombardare l’opposizione siriana: «Finora la maggior parte degli attacchi è stata volta a colpire la legittima opposizione siriana», ha detto. Tale “legittima” opposizione siriana in realtà è stata armata e finanziata proprio dagli Stati Uniti, ed è molto vicina ai fondamentalisti islamici. Risale dunque la tensione nelle ultime ore dopo che venerdì notte c’era stato l’annuncio di Russia e Stati Uniti sull’accordo raggiunto per un cessate il fuoco in Siria – da rispettare entro una settimana -. Da sottolineare che le opposizioni siriane in esilio rifiutano la proposta di tregua nel Paese. L’accordo è stato trovato per un cessate il fuoco a partire dal 19 febbraio prossimo. E mentre si accusa il governo siriano di atrocità varie, si apprende che il capo della Cia John Brennan ha confermato che l’Isis è in grado di produrre piccole quantità di iprite e cloro, poi utilizzate sul campo di battaglia…