Turchia, ancora un attentato: altri 7 militari uccisi. Erdogan: attacchi curdi

18 Feb 2016 12:06 - di Anna Clemente
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A poche ore dall’attacco suicida di Ankara, che ha provocato almeno 28 morti e oltre 60 feriti, un nuovo attentato scuote la Turchia. A essere colpitoi, stavolta a Diyarbakir, principale città curda del sud-est del Paese, è stato ancora una volta un convoglio militare. In un primo bilancio i morti contati sono sette, tutti soldati. Si registrano inoltre numerosi feriti. Secondo le prime informazioni, il convoglio sarebbe stato fatto saltare in aria con una mina azionata a distanza.

Identificato il kamikaze di Ankara

A Diyarbakir sono in corso da mesi scontri tra le forze governative e il Pkk. Anche in questo caso, dunque, i principali sospetti si addensano sui curdi. E di un attentatore curdo-siariano si parla per l’attentato di Ankara. In particolare, secondo quanto riferito dalle autorità turche, si tratterebbe di un esponente del Ypg, la milizia curdo-siriana, protagonista della liberazione di Kobane dall’Isis. L’uomo, Saleh Nejar, che sarebbe entrato in Turchia come rifugiato, sarebbe stato identificato dalle impronte digitali. Diverse persone, inoltre, sono state fermate dalle autorità con l’accusa di essere complici di Nejar: il numero fornito dal presidente Recep Tayyip Erdogan è di 14ma è probabilmente destinato a crescere.

Il governo della Turchia accusa il Pkk

Le informazioni sull’identità del presunto attentatore sono state confermate dallo stesso premier turco Ahmet Davutoglu. «L’attacco è stato compiuto dal Pkk insieme con una persona entrata in Turchia dalla Siria», ha sostenuto Davutoglu, aggiungendo che la Turchia continuerà a bombardare i curdi in Siria. «L’Ypg è una pedina del regime siriano, è una responsabilità del regime e di chi lo sostiene», ha aggiunto il premier, sostenendo che il governo è pronto a fornire all’Onu prove sul presunto coinvolgimento dei curdo-siriani dell’Ypg nell’attentato. «È nostro diritto aspettarci una posizione comune contro organizzazioni terroristiche», ha detto Davutoglu, mentre è stato Erdogan a sostenere che l’attentato di Ankara svela i legami tra Ypg e Pkk.

I curdi respingono le accuse

I curdo-siriani dell’Ypg, però, hanno negato qualsiasi coinvolgimento sia nell’attentato di Ankara sia in quello di Diyarbakir. «La realtà è che nessuna nostra unità è coinvolta e ha niente a che fare con le esplosioni», ha detto il leader del movimento Salih Muslim. Anche il Pkk si è dichiarato estraneo all’attacco di Ankara, aggiungendo però che «potrebbe essere stata una rappresaglia per i massacri in Kurdistan».

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