Utero in affitto, un no in tre foto: le mamme lanciano la sfida su Facebook
Non è una novità: mamme che riempiono Facebook di foto con i loro figli. Stavolta, però, quelle tre foto che stanno iniziando a comparire su numerosi profili di donne non sono solo il segno di un orgoglio personale: sono l’adesione a una campagna social contro l’utero in affitto.
La campagna social “Contro l’utero in affitto”
La campagna si chiama, semplicemente, “Contro l’utero in affitto” e, benché esistano specifiche pagine facebook sull’argomento, non sembra esservi direttamente collegata. E più di una mamma ci ha tenuto a specificare che il tema è proprio quello: non la contrarietà all’estensione di diritti alle coppie gay, ma un fermo no alla mercificazione dei bambini e del corpo femminile, che alcuni vorrebbero far passare – a partire dal ddl Cirinnà – come uno di quei diritti. «Pubblico tre foto che rappresentino la mia maternità, contro la mercificazione di donna e bambino», scrive Silvia R., mentre Melania S. spiega chiaramente di non avere nulla contro le unioni civili e anzi di dissociarsi se la campagna mira a quello, ma con la stessa forza sottolinea di considerare «le “donne” che affittano il proprio utero neanche minimamente degne di averlo».
Dalle neomamme alle nonne: una sfida per tutte le donne
Alla campagna, che ormai si sta diffondendo in maniera virale e si basa su quel tipico meccanismo di “nomina”, partecipano donne di tutte le età: dalle neomamme, che postano pancioni e manine di figli piccoli, alle nonne, che sul web rilanciano foto che ripercorrono decenni di vita familiare tra figli e nipotini. «Non sono cose che faccio di solito, ma se posso dire la mia contro la mercificazione dei bambini e per i loro diritti, non posso tirarmi indietro», scrive Bea C., giovanissima mamma, che tagga «amiche pancione e mamme stupende».