Berlusconi deluso da “quei ragazzotti”: ore cruciali per il centrodestra

12 Mar 2016 8:28 - di Redazione

Matteo Salvini ha affondato il colpo, e dietro di lui si prepara a farlo la Meloni, pronta ormai a candidarsi a Roma. Entrambi certi che Berlusconi non abbia più margini per ripristinare l’intesa con Renzi, siccome Renzi non può né vuole ripristinarla. Quanti rimpianti nel mondo che davvero vuole bene al Cavaliere. Perché «io ti sono amico e continuerò a votare Forza Italia», gli ha detto Confalonieri con la sincerità che è tipica degli amici di una vita: «Però Silvio, diciamoci la verità, quel ragazzo lì è riuscito a fare cose che non sei riuscito a fare tu. Ha fatto fuori i comunisti», si legge su “Il Corriere della Sera”.

Nel centrodestra c’è aria da resa dei conti

«Alla mia età, devo avere a che fare con questi ragazzetti», ha commentato con sprezzo Berlusconi, prendendo di mira però solo Salvini e Meloni: «Se penso a come mi sono impegnato per tenere unito il centrodestra… Ecco la ricompensa». In realtà deve fronteggiare la ferrea e brutale logica della politica, che non ammette passi falsi ed è scandita dal tic-tac del tempo. E non c’è dubbio che — a causa dei suoi errori — in tre anni di legislatura Berlusconi ha perso ruolo e centralità, ed è stato posto ai margini da una nuova generazione: quella dei Renzi, dei Salvini e dei Di Maio.

Berlusconi ha perso ruolo e centralità?

È inimmaginabile riconquistare il primato, e c’era un misto di nostalgia e disperazione nella battuta pronunciata sere fa da Casini alla cena della fondazione Tatarella. Quando ha visto Fini gli si è avvicinato, e tra il faceto e il serio si è lanciato: «Ascolta Gianfranco, pigliamo il vecchietto, mettiamolo in mezzo, chiamiamo anche Bossi e facciamo un grande appello al Paese. Almeno cosi ci salviamo il c…». A dire il vero ancora ieri mattina «il vecchietto» ha cercato di opporre resistenza a Salvini, che ormai detta legge anche a Roma, mentre un tempo Bossi poteva imporsi solo entro i confini del Nord. L’efferatezza mostrata da come il nuovo capo del Carroccio si è mosso, il modo in cui ha delegittimato la candidatura di Bertolaso al Campidoglio, evidenzia intenzioni che peraltro non nasconde: fare «una cosa nuova», con «nuovi leader», con una strategia che taglia fuori Berlusconi e prefigura un blocco populista da schierare contro Renzi.

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