La Boldrini “attacca” Renzi davanti a Letta e Bersani: «La politica non sia slogan»
«La politica non può improvvisare, né può ridursi ad una dimensione di eterno presente in cui contano soltanto gli slogan, le frasi a effetto, il colpo d’immagine». Detta così, sembrerebbe una frase innocua e scontata. Ma se a pronuciarla è la presidente della Camera Laura Boldrini davanti ai nemici giurati dell’attuale premier, Enrico Letta e Pierluigi Bersani, allora è chiaramente riconoscibile, in controluce, il profilo del destinatario: Matteo Renzi, appunto. E tale frase si carica pertanto di un pesante significato politico. Anche perché il parterre che ascolta la Boldrini è composto da tanta altra gente che non ama affatto il premier, anzi: da Rosy Bindi a Romano Prodi a Pier Luigi Castagnetti, Gerardo Bianco, Arturo Parisi. Insomma tutto il vecchio Ulivo che per Renzi è antropologia da rottamazione. L’occasione è un convegno dell’Arel su Beniamino Andreatta. Sono presenti anche il presidente Mattarella, Mario Monti e Giorgio Napolitano. Ma, altra significativa circostanza, non c’è quasi nessun esponente del Pd renziano in platea. C’è Matteo Richetti, renziano “critico” e un tempo lettiano. E poi Marianna Madia, ma il ministro ha un passato da collaboratrice dell’Arel. Una simile “adunata” ulivista non la si vedeva da tempo. Enrico Letta è venuto appositamente da Parigi. Prodi ci scherza su: «Enrico, ormai fa strano incontrarti qui a Roma…». Pronta risposta di Letta: «Infatti riparto già stasera per Parigi».
Ma vediamo, in particolare, che cosa ha detto la Boldrini: «È importante che ci siano luoghi e strumenti di analisi e di riflessione sull’evoluzione della società. È importante perché, sebbene la globalizzazione, l’influenza dei media vecchi e nuovi e la rivoluzione digitale impongano alle istituzioni e rapidità nelle decisioni, la politica – ecco l’affondo della Boldrini – non può improvvisare, né può ridursi ad una dimensione di eterno presente in cui contano soltanto gli slogan, le frasi a effetto, il colpo d’immagine». «La decisone politica – conclude la Boldrini – deve essere preceduta e sostenuta dalla conoscenza, dall’analisi delle tendenze reali e degli interessi in gioco nella società». Più chiara di così…