Briatore al veleno: “Fare il sindaco di Roma? No, ci sono i romani”

4 Mar 2016 20:03 - di Carlo Marini

È bufera sui social network per le frasi di Flavio Briatore alla Zanzara di Radio 24 contro i romani, contro Roma e contro Silvio Berlusconi, ma anche contro Mario Monti. Interpellato da Giuseppe Cruciani, il manager lombardo ha scaricato il suo vecchio amico Silvio per il suo nuovo idolo, Matteo. Alla domanda: «Berlusconi è finito? Non trova candidati a Roma?», Briatore risponde così: «Candidati a Roma ne hanno trovati anche troppi. Il problema è che Roma è ingovernabile». Incalzato da Cruciani che gli dice: “Flavio, neanche tu riusciresti a governarla”, Briatore replica: «Non ci tengo neanche a governarla. Pensa che nella mia vita a Roma ci sono stato sì e no dieci volte. Non ho avuto opportunità, non ho affari. Non mi va di fare il turista a Roma». Perché Roma è il caos? «Perché mi immagino una città coi romani. Perché è… Roma! Il dramma è che tutto un caos, dal traffico al modo di presentarsi… Leggevo che ci sono tre topi per ogni abitante. Non credo che un sindaco possa cambiare le cose». Anche sull’utero in affitto, Briatore rivela di avere allargato le vedute. «Qualche anno fa ti avrei risposto che non è una cosa normale, ma ormai abbiamo i gay che possano adottare. Ho un figlio che mi ha cambiato la vita, spero che questo figlio cambi anche la vita di Vendola. Il mondo è cambiato. Nel 1999 a New York vidi due uomini che si baciavano e quasi mi prese un colpo. Oggi le cose sono cambiate. Faccio tanti auguri a Vendola perché sarà un uomo felice».

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Sul suo amico Donald Trump, Briatore dice che ha «delle buone possibilità, prenderà una vagonata di voti. Faccio il tifo per lui». Trump le spara grosse? «Un po’ di populismo ci vuole. I nostri politici quando promettevano un milione di posti di lavoro, alla fine non davano niente. Quindi fa parte del gioco». Poi confessa il tifo sfegatato per il presidente del Consiglio. «Renzi non mi ha deluso. Prima di tutto è un ottimista. Quando arrivava Monti in televisione, ci toccavamo. Era il funerale, vedevi le disgrazie. Matteo sicuramente sta facendo delle cose. Un 6 glielo dò per il suo ottimismo».

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