Da Fitch doccia gelata per Renzi: il pil 2016 non si schioderà dall’1%

7 Mar 2016 17:35 - di Aldo Di Lello

Hanno ben poco da fare i pavoni. Renzi e Padoan, sui conti economici dell’Italia. Il trionfalismo dei giorni passati si rivela sempre più insensato. Il Mef aveva diffuso la previsione di una cresita del pil  dell’1,3 % per il 2016. Be’ , anche questa poco esaltante stima (comunque al di sotto della media europea) appartiene al libro de sigoni. Ha pensato Fitch ad assestare l’ennesima mazzata alla propaganda del premier. L’agenzia di rating ha infatti tagliato la stima di crescita per l’Italia a +1% per il 2016  e a +1,3% (da +1,5% precedente) per il 2017.  Fitch parla genericamente di  motivi “principalmente” legati al peggioramento delle condizioni economiche esterne. Ma il Global Economic Outlook dell’agenzia di rating parla chiaro: c’è una  persistente debolezza degli investimenti in Italia, dove la crescita “farà affidamento principalmente sui consumi privati” e “la performance sempre debole dell’export resterà il principale freno all’export”. Non occorre essere esperti di economia per capire che si tratta di una sonora bocciatura  alla politica eocnomica del governo, perché quella “persistente debolezza degli investimenti in Italia” dipende proprio dall’incapacità dell’esecutivo di riportare il Paese su decenti livelli di competitività. Insomma, il nuovismo e l’efficientismo di Renzi rimangono semplici esercizi di stile retorico.

Alla fine l’Italia si può affidare, in questo momento,  solo a Draghi. Secondo Fitch  nuove misure straordinarie della Bce dovrebbero aiutare le condizioni del credito, però i premi di rischio aumentati sulle banche potrebbero avere un effetto restrittivo. E c’è di più: Fitch spende qualche riga sulla politica di bilancio, che in base alla Legge di stabilità 2016 sarà  “leggermente espansiva” ma con la possibilità di una spesa maggiore grazie ai margini di flessibilità chiesti sulla spesa per i migranti che potrebbe avere un effetto positivo. Il mercato del lavoro, infine, “sta lentamente migliorando” ma la disoccupazione scenderà “solo gradualmente” a causa dell’espansione della forza lavoro. Che vuol dire? Che i pochi margini di manovra consentiti oggi all’Italia dipendono solo dalla capacità di rosicchiare qualche ossicino al tavolo dei “grandi” d’Europa. A questo si riduce la “rivoluzione” promessa da Renzi? Pare proprio di sì. La verità è che che, con Renzi,  l’Italia sta perdendo altro tempo. Prezioso.

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