“Grillini fancazzisti”: Berlusconi ha il suo nemico. E riorganizza il centrodestra
Meno sfiducia, più sfincia, la frittella con crema di ricotta, dolce palermitano della festa del papa, che Silvio Berlusconi distribuisce improvvisandosi pasticciere al bar Costa. Attenti a «questo nonnetto», mette in guardia tutti il Cavaliere sul suo ritorno, «perché potrebbe ricapitare il miracolo del 2013, quando in 23 giorni di campagna elettorale recuperai dieci punti», si legge su “Libero“.
“Nel 2013 ho recuperato 10 punti in 23 giorni”
Berlusconi in Sicilia trova un ambiente favorevole. E un commissario regionale, Gianfranco Miccichè, che sta cercando di rivitalizzare un partito asfittico. Silvio fa il pienone al teatro Politeama. E anche a Villa Bordonaro: cena di finanziamento per duecento ospiti che hanno diviso il desco con l’ex presidente del Consiglio. Cinquecento euro per un menù a base di polpettine di melanzane con menta e mandorle e millefoglie di pasta al finocchietto e carciofi. E poi lui, Berlusconi, il piatto forte. C’erano deputati, sena tori, politici siciliani e la famiglia Cuffaro, rappresentata da Silvio e Ida, fratello e sorella di Totò.
«Crocetta è un personaggio indecifrabile», spiega Berlusconi
«Con noi le cose funzionavano, la gente aveva l’acqua, abbiamo costruito le strade». Il pericolo oggi, a Roma come a Palermo, è rappresentato dal Movimento 5 Stelle: «Sono dei fancazzisti per loro stessa ammissione. Non dichiarano reddito, non hanno un lavoro». Se prendono loro il potere è la fine: «Sarebbe un disastro, una tragedia. Avremmo un Paese controllato da un movimento pauperista, giustizialista» e «infiltrato dalla magistratura di sinistra». Il rischio è alto, perché a un eventuale ballottaggio con il centrodestra «la sinistra voterebbe per loro e anche la Lega». A proposito del Carroccio: «A Roma ha commesso un errore grossolano», che non deve più ripetersi, mette in chiaro Berlusconi, «perché i nemici sono Pd e M5s» e «ci vuole collaborazione» per batterli. Silvio non da per morta l’alleanza, ma non arretra sulla candidatura di Guido Bertolaso: «È il nostro Giuliani», inteso come Rudolph, ex sindaco di New York, «è l’idraulico che ogni famiglia chiamerebbe per risolvere un guasto in cucina. Saprebbe rimettere in sesto una città disastrata».