In Libia vanno i nostri 50 supermen: gli incursori del “Col Moschin”

3 Mar 2016 18:13 - di Antonio Pannullo

Mentre si apprende che il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, riferirà all’aula della Camera addirittura il prossimo 9 marzo alle 16 sulla situazione in Libia, la portaerei francese Charles De Gaulle non aspetta così tanto ed è già passata per il Canale di Suez, come rende noto in un comunicato dell’Authority che gestisce la via d’acqua egiziana. Lunedì una fonte militare francese citata da un media arabo aveva segnalato che la portaerei punta al largo del litorale libico e imbarca «gruppi combattenti a disposizione dell’esercito francese per raccogliere informazioni sulla Libia per aria e mare». Ma qualcosa si muove anche in Italia: l’Aise, il servizio segreto italiano che si occupa di sicurezza all’estero, dirigerà le operazioni di unità speciali militari italiane in Libia. Tre team composti ciascuno da 12 uomini dell’intelligence sono già operativi sul territorio libico e saranno presto seguiti da una cinquantina di incursori del Col Moschin che godranno delle garanzie funzionali attribuite agli agenti dei servizi. Lo scrivono il Corriere della Sera e Il Sole 24 ore, indicando che la nuova linea di comando è stata decisa con un decreto del presidente del Consiglio adottato lo scorso 10 febbraio. Il decreto disciplina i rapporti di collaborazione tra Aise e forze speciali militari, prevedendo – scrivono i due quotidiani – che «nelle situazioni di crisi e di emergenza che richiedono l’attuazione di provvedimenti eccezionali e urgenti, il presidente del Consiglio, previa attivazione di ogni misura preliminare ritenuta opportuna, può autorizzare, avvalendosi del Dis (il Dipartimento informazione e sicurezza, ndr), l’Aise ad adottare misure di intelligence e di contrasto anche con la cooperazione tecnica operativa fornita dalle forze speciali della Difesa con i conseguenti assetti di supporto della Difesa stessa».

La portaerei francese De Gaulle è già diretta in Libia

I due quotidiani indicano anche in tremila militari l’entità della partecipazione a una eventuale missione di peace enforcement con gli alleati in Libia. Il Col Moschin è la nostra punta della lancia: ”Della Folgore l’impeto”. È il motto nel nono reggimento paracadutisti d’assalto Col Moschin, reparto ad altissima specializzazione cui si potrebbe attingere per un eventuale intervento delle forze speciali in Libia. Gli incursori del Col Moschin sono l’unico reparto di forze speciali dell’esercito italiano. Vengono selezionati mediante un impegnativo iter formativo della durata di circa due anni. I parà del nono sono in grado di combattere in tutti gli scenari operativi, dall’alta montagna all’ambiente subacqueo e anfibio, a seguito di aviolanci da alta quota o per infiltrazione a piccoli nuclei e sono particolarmente addestrati ad operare in contesti caratterizzati da elevata autonomia operativa ed a grande distanza dalle linee amiche. Il reggimento è di stanza a Livorno. La storia del Col Moschin inizia nella Grande Guerra con le unità di Arditi, tra cui il nono Reparto d’assalto, utilizzate per sfondare le difese nemiche a premessa degli attacchi delle fanterie. Il nono si distinse sul monte Grappa, dove fu protagonista della riconquista di alcune posizioni austriache, sul Col Moschin, sul Col della Berretta e sull’Asolone.

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