La lite, il pugno, la tragedia: in coma, muore dopo un anno in ospedale
Finì in coma per un pugno ricevuto durante una lite, muore un anno dopo e il magistrato dispone l’acquisizione delle cartelle cliniche. Ricoverato un anno fa in condizioni gravissime per trauma cranio facciale con fratture multiple, Simone Daita, giornalista 53enne di Chieti, è morto nell’ospedale di Pescara. Il sostituto procuratore della Repubblica di Chieti Giuseppe Falasca ha disposto l’acquisizione, attraverso la Squadra Mobile della Questura di Chieti, delle cartelle cliniche negli ospedali in cui l’uomo è stato ricoverato.
Ecco che cosa accadde dopo la lite
La sera del 28 febbraio 2015, a Chieti, Daita si trovava nella centralissima piazza Vico; durante una lite per futili motivi fu colpito da un pugno al volto da un operaio 24enne, finito quindi sotto inchiesta con l’accusa di lesioni personali con l’aggravante del danno insanabile. L’indagine si è da poco chiusa con il deposito dell’avviso di conclusione, ma a questo punto la morte di Daita potrebbe portare a una diversa contestazione di reato nei confronti dell’operaio ovvero omicidio preterintenzionale. Non è da escludere che il magistrato disponga l’autopsia. L’operaio si è sempre difeso sostenendo di aver reagito a un’iniziale aggressione nei suoi confronti da parte di Daita che gli investigatori non hanno mai potuto ascoltare a causa del gravissimo quadro clinico.