Lula giura da ministro per evitare la galera. La protesta dilaga in Brasile
Si fa sempre più tesa la situazione politica in Brasile dopo la decisione della presidente Dilma Roussef di nominare ministro il suo predecessore Luiz Inacio Lula. Su Lula, infatti, pende un ordine d’arresto per l’accusa di corruzione. Secondo al magistratura avrebbe agevolato il colosso delle costruzioni brasiliano Odebrecht nella realizzazione di lavori con governi esteri, in particolare in alcuni paesi dell’America Latina e dell’Africa. La sua nomina nel governo ha l’effetto di vanificare la richiesta della procura. Da qui il sospetto che Dilma abbia voluto intralciare il corso della giustizia.
Dilma ha nominato Lula per ostacolare la giustizia
Un sospetto che nell’opinione pubblica è ormai una certezza, come dimostra il gran numero manifestazioni popolari in molte città. A far salire la tensione ha contribuito il giudice Sergio Moro, titolare dell’inchiesta “Lava Jato”, la Mani Pulite brasiliana, che proprio in queste ore ha reso pubblico il testo di una intercettazione telefonica tra Dilma e Lula. Una conversazione brevissima ma che dimostra in maniera inequivocabile la combine tra i due per impedire l’esecuzione dell’ordine di arresto: la presidente informa Lula che sta per mandargli il decreto di nomina ministeriale. «Te lo mando – avverte -, ma usalo solo in caso di necessità». Subito dopo la divulgazione della telefonata un gruppo di deputati d’opposizione ha reclamato a gran voce alla Camera la «rinuncia» della presidente.
A San Paolo la gente scende in piazza al ritmo dei panelacos
Comunque sia, né le proteste dell’opposizione né le manifestazioni popolari come quella che ha bloccato l’avenida Paulista, il salotto buono di San Paolo, al ritmo dei panelacos – colpi di mestoli e posate contro le pentole – o quelle in corso a Brasilia, davanti al palazzo presidenziale di Planalto, e a Rio de Janeiro, sono riuscite a bloccare la nomina. Anzi, nel mezzo delle proteste di piazza, il governo ha fissato ad oggi la cerimonia di giuramento di Lula anticipandola di ben cinque giorni. E Lula si è presentato in abito scuro e cravatta rossa, ha firmato l’accettazione e ha poi abbracciato la presidente Dilma. Il tutto mentre la polizia si preparava ad affrontare la sommossa. Così finisce un’altra storia di socialismo globale affogato nel degrado e nella corruzione.