Nyt: l’Isis ricorre alla pillola per mantenere la schiavitù sessuale
L’Isis ricorre a metodi contraccettivi moderni, come la pillola, per gli stupri sistematici. Alle ragazze viene fornita la confezione mensile che consente di rispettare una delle “oscure” leggi citate dall’Isis, cioè che un uomo deve assicurarsi che la donna sua schiava non sia incinta prima di avere rapporti sessuali con lei. La notizia è riportata dal New York Times che cita decide di donne Yazide fuggite di recente dalla schiavitù dell’Isis.
Isis, la pillola della schiavitù
Secondo le loro testimonianze, i terroristi dell’Isis usano vari metodi per evitare che le donne restino incinte, con l’aborto come ultima chance. Le donne intervistate descrivono come si accorgevano quando stavano per essere vendute: venivano trasportate in ospedale e sottoposte a test per verificare l’ormone hCG, la cui presenza indica che la donna è incinta. E raccontano come attendevano il risultato con apprensione: il test positivo voleva dire che avrebbero portato in grembo il figlio di chi le aveva abusate, il test negativo voleva dire che potevano continuare a essere stuprate. Una delle teenager catturate è stata venduta per sette volte e ognuno dei potenziali acquirenti richiedeva assicurazioni sul fatto che non fosse incinta. Nonostante le rassicurazioni, il suo terzo acquirente si è mostrato scettico e l’ha obbligata a prendere una serie di anticoncezionali per assicurarsi che non fosse incinta.