Omicidio al Collatino: è colpa anche di chi difende Caino e dimentica le vittime

9 Mar 2016 12:08 - di Carlo Ciccioli

Ormai i casi non si contano più. Il caso dell’omicidio con tortura di Roma, nel quartiere Collatino, è sicuramente il più raccapricciante, soprattutto fotografando la personalità dei protagonisti. Due ventinove-trentenni, senza arte né parte, se non quella di farsi mantenere dalle famiglie e far uso di alcool e cocaina, oltre che di psicofarmaci, evidentemente quando erano a corto di disponibilità economiche. Per il resto solo lavori di tendenza, come aperitivi per gay e feste trend. Il tutto nel quadro di perversioni sessuali, mènage a tre, omosessuali, sadismo e disprezzo assoluto di qualsiasi valore. Ma non è il solo, assomiglia, con modalità diverse, al caso della coppia dell’acido di Milano autrice di malvagità incredibili contro vittime incolpevoli scelte semplicemente perchè avevano avuto un qualche tipo di relazione con loro nella vita.

Dal delitto del Collatino alla coppia dell’acido

Ma ormai sono centinaia i casi sparsi in ogni angolo d’Italia e, del mondo occidentale, fino al massimo degrado in Irlanda, di quello che si è mangiato il cuore dell’amico dopo averlo ucciso o quello nel Galles che si è mangiato la faccia della fidanzata. È sempre un mix di sostanze stupefacenti (che le belle anime della sinistra vogliono legalizzare e comunque garantirne il consumo “per uso personale” ) di perversioni sessuali e più frequentemente omosessuali, di famiglie problematiche o di ex famiglie, oppure famiglie perbene presenti, ma sostanzialmente assenti nella relazione con i propri figli. La vicenda della coppia romana Manuel-Marco è emblematica. Frequentazioni al “Gender” (locale frequentato da omosessuali e travestiti), organizzazione di aperitivi gay di tendenza a Colle Oppio, familiarità con personaggi dello spettacolo, vita intensa tra sballo, orge e vacanze di lusso senza limiti. L’omicidio di un ragazzo qualsiasi di 23 anni, forse di vita, ma che voleva costruirsi una sua vita con una fidanzata che aveva da otto anni e con, almeno apparentemente, i comportamenti di tutti . Assassinato per caso, «per vedere l’effetto che fa». La coppia dell’acido è simile, questa volta eterosessuale, un misto di agiatezza, malvagità, sadismo, mènage a tre, psicopatia e naturalmente droga, più narcisismo e comportamenti anti-sociali. Ma le stesse cose sono presenti ormai quotidianamente da nord a sud, dalle grandi alle piccole città. Tutti impazziti, il cervello non funziona più? Si, in parte il cervello non funziona più, soprattutto sotto lo stimolo delle sostanze stupefacenti (eroina, cocaina, cannabis, si proprio l’innocuo “fumo”, alcool, acidi e droghe sintetiche) che slatentizzano ogni condizione prepatologica sommersa, ma che soprattutto attivano il cervello profondo dell’uomo, quello definito rettiliano, perchè lo hanno tutti gli animali dai rettili in su, ed è la sede di tutti gli automatismi psichici, dalla fame alla sete, dagli istinti alla impulsività, dalla difesa alla fuga, e che guida gli atti primitivi della nostra vita, mettendo fuori controllo ed escludendo il cervello superiore, cioè la corteccia, che è la sede delle integrazioni e delle associazioni, nonchè del controllo e della ragione. Le sostanze incentivano il cervello profondo, che sopraffà il cervello superiore, l’uomo torna ad essere animale, senza neppure la mediazione domestica degli animali e diventa selvaggio, completamente dominato da pulsioni imperative. E sembra che proprio il discontrollo, lo sballo, siano le nuove aspirazioni dei giovani, che vivono senza sensi di colpa e senza senso, alla ricerca di emozioni estreme o forse solo sensazioni di pseudo-gratificazione estrema. Ma qui appare drammatica l’emergenza educativa, la perdita totale del ruolo di formazione della famiglia, che ha perso totalmente la missione di insegnare il senso della vita e dei valori umani e profondi a cui la vita delle persone deve ispirarsi nonché la neutralizzazione del ruolo della scuola. Ma dietro ancora la cultura ufficiale dominante dei diritti senza i doveri, della gratificazione e della felicità assoluta senza obblighi verso nessuno, della mancanza di sensi di colpa nei confronti di ogni desiderio scellerato. È vero, a Dio è stato sostituito il culto dell’Io! Non contano più i genitori o i figli, che possono essere assolutamente sacrificati o anche uccisi, non contano più le relazioni, le amicizie, i comportamenti sociali e la responsabilità nei confronti della comunità stretta, o di quella locale o di quella nazionale. Tutto è niente, e il niente è tutto. E l’iniquo è protetto, la vittima non vale niente, nessuno tocchi Caino, tutto deve essere tollerato, chi non tollera l’intollerante è una bestia. Colpa anche della reinterpretata religione e visione del nostro mondo. Prospettive vicine di dolore, distruzione e morte, presto sopraffatti da fedi e culture primitive che affermeranno le loro regole indecenti. Ma non manca molto per la reazione, che purtroppo prevede anch’essa lacrime e sangue! Non c’è via di uscita diversa, forse bisogna solo attrezzarsi.

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